L’operazione che porterà il ministero dell’economia a conferire il 35% di Poste alla Cassa Depositi e Prestiti, nell’ambito di un aumento di capitale da 2,9 miliardi, viene vista con una certa preoccupazione dal sindacato di settore della Cisl D’Alessandro che chiede l’appoggio della delegazione parlamentare molisana.
“È necessario chiederci – scrive in una nota – a chi porta benefici la ‘svendita’ della ‘gallina dalle uova d’oro’. Sicuramente non ai cittadini, che vedrà Poste Italiane sempre meno presente sul territorio, con un calo dei servizi, penalizzando soprattutto le classi più deboli. Sicuramente non allo Stato, che realizzerà solo un anticipo di cassa, visto il trend degli ultimi quindici anni. Gli unici a guadagnarcisono i soliti speculatori finanziari, interessati a Poste Italiane per la sua capacità di raccolta del risparmio, che la pone tra le principali aziende in Italia. Grazie alla diffusione capillare sul territorio nazionale con oltre tredicimila uffici. Poste realizza circa l’85% del suo business dal risparmio gestito, mentre la restante parte è costituita dalla vendita di prodotti postali e assicurativi, grosse potenzialità economiche che daranno la possibilità agli speculatori di rientrare dei propri capitali investiti in poco tempo”.