Quando un pensionato di Termoli, aprendo la cassetta della posta, ha trovando una busta marchiata Gdf Suez, azienda fornitrice di gas metano, già pensava all’importo esorbitante che avrebbe dovuto pagare. E, invece, l’apertura del plico ha riservato tutt’altre sorprese, con una cifra a dir poco ridicola: 3 centesimi.
La bolletta recapitata al cliente in questione si riferisce al consumo rilevato in un solo giorno, dal primo ottobre 2010 al primo ottobre 2010 (16 mesi fa) e presumibilmente è dovuta all’adeguamento dell’Iva dal 20 al 21%. Ma come è possibile che un’azienda di quelle dimensioni vada a riesumare un dato così vecchio per poi addebitarlo in un’unica bolletta? Non sarebbe stato meglio aggiungerlo all’importo dell’ultima fattura, evitando al pensionato di fare la fila alla posta e pagare oltre 1 euro per il servizio?