Si chiama Sportello Pip ed è uno strumento di aiuto e supporto per le donne a cui è stata impiantata una protesi Pip al seno. E’ stato attivato dall’Aicpe (Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica) all’indirizzo mail sportellopip@aicpe.it e rappresenta un modo per dare una risposta personalizzata, competente, autorevole e gratuita a tutte le pazienti che hanno dubbi o perplessità sulle proprie protesi.
“Sulla vicenda delle protesi Pip, che noi chirurghi siamo i primi a definire scandalosa, c’è molta disinformazione – ha affermato Eugenio Gandolfi, segretario di Aicpe, associazione che vanta l’adesione di oltre un centinaio di chirurghi plastici in tutta Italia, tra cui si annoverano professionisti di fama e docenti universitari. “Sono girate notizie poco corrette e imprecise e le pazienti si sono sentite, comprensibilmente, disorientate, prese in giro e spaventate, senza contare poi l’alto rischio di speculazione da parte di colleghi poco seri. Come associazione vogliamo dare alle pazienti un segnale forte e offrire un aiuto concreto: noi siamo dalla loro parte, comprendiamo i loro dubbi e ci teniamo a fare chiarezza. A fronte delle rotture e delle infezioni che si sono verificate in alcune pazienti, esiste un problema di carattere psicologico: molte donne vivono con estrema ansia questa situazione e devono poter trovare un professionista in grado di spiegare loro la situazione”.
“Attraverso lo Sportello Pip – ha continuato – risponderemo alle domande delle pazienti e ascolteremo le loro paure. Vogliamo informare sui dati scientifici di cui siamo in possesso, mettere al corrente dei rischi che si corrono, ma anche evitare inutili preoccupazioni. Ovviamente il nostro vuole essere uno strumento di supporto, non vogliamo sostituirci alle visite mediche e ai controlli che è necessario effettuare. Ogni caso deve essere poi valutato individualmente da uno specialista: raccomandiamo a chi si è sottoposto ad un intervento di rivolgersi al proprio chirurgo di fiducia per monitorare la situazione e prendere le dovute misure di controllo o terapeutiche”.
Aicpe si è già schierata nella contorta vicenda delle protesi Pip: oltre a presentare una denuncia contro il produttore francese e contro l’ente di controllo tedesco, si ritiene parte lesa. “È ingiusto attribuire a noi chirurghi colpe che non abbiamo” – ha spiegato Gandolfi. “Abbiamo utilizzato strumenti certificati – le Pip erano regolarmente marcate CE – e che non presentavano sia dal punto di vista estetico sia da quello economico evidenze di possibili anomalie. Come chirurghi plastici ci riteniamo truffati a nostra volta”.