Continuano le polemiche sui disagi verificatisi sulla tratta ferroviaria Campobasso- Roma. Il direttore regionale Trenitalia, Vittorio Moffa, ha risposto alle sollecitazioni del presidente e del vice-presidente degli Ecologisti Democratici del Molise circa i disagi che si sono verificati nelle ultime settimane. Spiegazioni che, però, non hanno convinto gli Eco.Dem.

“Dalle risposte di taglio burocratico – si legge in una nota degli Ecologisti Democratici – si evince il persistere di una grave sottovalutazione dei diritti degli utenti e della dignità del Molise come territorio meritevole di un servizio ferroviario moderno, efficiente e simile a quello assicurato in altre regioni italiane”.

Il direttore regionale di Trenitalia aveva spiegato che “da venerdì 3 febbraio, la circolazione sulla linea da Roma a Cassino e sulle linee molisane era stata fortemente perturbata per la presenza di neve” e che “a causa della presenza di rami d’albero sulla linea, nella tratta da Morolo a ceccano, tutti i treni in partenza da Roma (tranne il primo) erano stati soppressi”. Inoltre, “le condizioni climatiche erano tali da costringere RFI ad adottare provvedimenti restrittivi di soppressioni di tutti i treni sulle linee interessanti il Molise anche per i giorni successivi” e di ciò era stata data adeguata comunicazione. “la ripresa della circolazione è avvenuta in modo graduale, tenuto conto del forte degrado delle linee a seguito delle avverse condizioni climatiche”

Sul grande ritardo accusato qualche giorno fa dal treno Roma-Campobasso, invece, Vittorio Moffa ha scritto: “Il treno in partenza da Campobasso alle ore 5.52 e previsto in arrivo a Roma alle 8.53 fa registrare, mediamente, indici di puntualità di circa il 90% per gli arrivi entro i 5 minuti e del 93% entro i 15 minuti di ritardo. Poiché, per effetto della neve, soprattutto sul tratto molisano a semplice binario, il treno è giunto a Roma alle ore 9.38, con 45 minuti di ritardo, lo stesso è conseguentemente partito da Roma con analogo ritardo”. “Dopo la partenza – ha spiegato – il treno ha rallentato la marcia a seguito di un’anomalia accertata dal personale di condotta all’apposita apparecchiatura di bordo per il rilevamento automatico dei segnali lungo la linea. Conseguentemente è stata applicata la procedura prevista dalla normativa vigente in merito alle anormalità alle apparecchiature di sicurezza che prevede, inderogabilmente, il proseguimento della corsa con la riduzione di velocità a 50 km/h”.

“A Zagarolo – ha continuato Moffa – il treno ha sostato ulteriori 13 minuti per consentire al personale di condotta di effettuare un reset del sistema nel tentativo di ripristinare le condizioni normali di marcia, purtroppo con esito negativo. Il treno, pertanto, riprendeva la corsa non superando i 50 Km/h e, per tale episodio, non prevedibile, accumulava ulteriori ritardo fino a Cassino, dove giungeva alle ore 13.09, con 154 minuti di ritardo. In tale località, considerato l’inevitabile aumento del ritardo per la ridotta velocità, era stato già preventivamente disposto il proseguimento con due autobus sostitutivi dei viaggiatori presenti a bordo diretti oltre Cassino verso le località del Molise. Il treno da Cassino, reso vuoto, è stato poi inviato a Campobasso, da dove, dopo i necessari interventi tecnici, non possibili durante il percorso, è ripartito regolarmente in serata”.

Come detto, però, le spiegazioni non hanno convinto gli Eco.Dem. “I pendolari molisani, i viaggiatori e gli studenti che si spostano in treno – ha commentato il vice-presidente Elisabetta Brunetti – chiedono semplicemente di poter usufruire di locomotori adeguati, puliti, ordinati, con sistemi di riscaldamento o di raffreddamento in funzione, con servizi igienici civili e col rispetto degli orari di partenza e di arrivo, senza avventure ottocentesche o da film di Sergio Leone con fermi assurdi, assenze di notizie alle stazioni e ritardi incredibili immotivati.
In altri periodi storici il vettore del treno era quello più sicuro in caso di maltempo e non il primo a bloccarsi.
Ciò ha a che fare con tagli a investimenti e soppressioni ingiuste che calpestano i diritti delle nostre comunità”.

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