Un confronto frutto dell’appello delle Regioni. È quello che il consigliere regionale Michele Petraroia richiede senza mezzi termini al Governo in virtù di quelle che sono le assegnazioni dei docenti.

“In una famiglia di Isernia – spiega in una nota – il marito è stato trasferito a La Spezia e la moglie a Oristano. Il bimbo di un anno seguirà la mamma in Sardegna con comprensibili disagi che nelle stesse modalità toccano decine di migliaia di docenti meridionali, e tra loro più  di 300 in Molise secondo le stime sindacali. È indubbio che l’algoritmo utilizzato dal Ministero dell’Istruzione ha determinano errori conclamati, con spostamenti sbagliati e trasferimenti effettuati a danno di docenti che avevano punteggi o titoli per rimanere in Molise o in subordine per essere assegnati nelle regioni confinanti. Il tentativo delle Regioni, sostenuto dal presidente della Puglia, Michele Emiliano, e coordinato dall’assessore all’istruzione della Toscana, Cristina Grieco, è stato quello di sollecitare l’11 agosto l’attivazione di un confronto con il ministro Giannini per individuare dei correttivi e limitare i disagi per gli alunni, per gli studenti e per le comunità scolastiche. Spostare docenti che da dieci anni con continuità, anche se con contratti a termine, svolgevano la propria attività nella stessa scuola determinerà un cambiamento nella didattica con necessità di adattamento alle nuove tecniche dei nuovi docenti da parte degli studenti. Sarebbe stato più logico coprire prima tutti i posti vacanti negli organici di diritto e negli organici di fatto di tutte le province, confermando a tempo indeterminato tutti gli insegnanti ed i professori in servizio presso quelle scuole, e solo successivamente procedere alle coperture delle cattedre nel centronord, dove è più marcata la  carenza di docenti rispetto al numero più elevato di studenti. Rifiutare la richiesta delle Regioni, non aprire alcun confronto e lasciare al proprio destino le istituzioni scolastiche con tutti i disagi connessi con la pessima controriforma della scuola, è un grave ed imperdonabile errore politico di un governo sempre più lontano dai territori e dalle persone”.

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