A quattro giorni dall’apertura delle scuole, è ancora caos su date di inizio delle lezioni e sedi. I problemi più grandi sono quelli registrati a Campobasso e Isernia.
La situazione nel capoluogo. A tenere banco negli ultimi giorni è il plesso di via D’Amato. L’amministrazione comunale ha deciso di chiuderla e di trasferire gli alunni. Ma dove? La prima opzione prospettata era quella di uno spezzatino, dividendo le classi tra le varie altre scuole della città. L’insurrezione dei genitori, ma anche del corpo docente di altri plessi ha portato ad un blocco della decisione per valutare altre possibilità. Ieri sera s’è prospettata la terza via: testare la “possibilità ricettiva” degli istituti superiori. “Vogliamo verificare la possibilità di reperire aule vuote in altri istituti superiori” ha spiegato il primo cittadino di Campobasso Battista (da poco anche presidente della Provincia) durante l’incontro che s’è tenuto con i genitori degli alunni di via D’Amato. L’edificio di via Facchinetti che attualmente ospita il liceo Scientifico è il primo della lista. Adesso, però, è una corsa contro il tempo.
La situazione a Isernia. Grattacapi anche il sindaco d’Apollonio. Era appena stata trovata la soluzione per la San Giovanni Bosco (questione che si trascina ormai da anni) che in consiglio comunale sono venute fuori altre criticità. L’amministrazione deve fare i conti con l’Andrea d’Isernia, plesso da circa 500 alunni, oltre che con la San Pietro Celestino, con sede nel centro storico pentro. Il consiglio, attraverso un ordine del giorno, ha dato mandato al Comune affinché svolga tutte le verifiche del caso, anche – qualora fosse necessario – rinviando la data d’inizio delle lezioni.
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