Di nuovo al centro dell’attenzione dei media nazionali e regionali il caso Giada Vitale, la giovane di Portocannone che subì le molestie sessuali di don Marino Genova, all’epoca dei fatti parroco del piccolo comune della provincia di Campobasso. Una vicenda che ha suscitato proteste e indignazione, anche a seguito della sentenza emessa dal Gip Daniele Colucci del Tribunale di Larino, il quale ha inteso archiviare tutta la parte del procedimento penale riguardante i fatti accaduti dopo i 14 anni dell’adolescente. In difesa della ragazza ha alzato gli scudi il Consigliere regionale Nunzia Lattanzio, che ha inviato una circostanziata missiva a Papa Francesco e, per conoscenza, al Cardinale Gerhard Ludwig Muller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
“Se è pur vero, Santo Padre – scrive la Lattanzio – che nessuno di noi ha la pretesa di giudicare aspramente le condotte di chicchesìa, nulla mi vieta, con la sensibilità che da sempre mi conduce verso il mondo dell’Infanzia, di poter continuare a sperare in una diversa determinazione degli uomini. Auspico quindi, fatte salve le opportune verifiche del caso, che un esemplare monito o segnale possa giungere ancora una volta dalla Santa Sede che già in passato intese rispondere a una mia richiesta di aiuto con riferimento al caso di don Felix Cini, operante nel 2009 in Cercemaggiore. Chiedo quindi giustizia per Giada Vitale e per tutti i bambini colpiti gravemente dalle azioni di alcuni uomini di Chiesa. Chiedo che don Marino Genova, al di là del giudizio degli uomini, venga sospeso dalle funzioni clericali. Nondimeno, risulterebbe doveroso procedere anche nei confronti di quegli esponenti del Clero che hanno subito condanne per pedofilia, decretandone la riduzione allo stato laicale. Importante disposizione giurisdizionale che segnerebbe una svolta necessaria per la interpretazione corretta e conforme dei diritti dei minori di età nella potestas iudicialis”.