La querelle potrebbe sembrare tutta interna al mondo dell’imprenditoria, questione di concorrenza insomma. Invece il risvolto è anche altro: quella contenuta nella lettera di un imprenditore di Mirabello Sannitico rivolta al presidente del consiglio regionale Cotugno è una ‘denuncia’ (non nel senso legale del termine) per segnalare che a lavorare con gli enti sono soprattutto ditte di fuori regione.
“Sono un piccolo imprenditore molisano, che con spirito di sacrificio, soprattutto negli ultimi anni di profonda crisi economica, riesce a mantenere in vita la sua azienda, dando lavoro a otto dipendenti, mantenendo così nove famiglie, compresa la mia, oltre che la grande famiglia che è lo Stato, con le sue pesanti articolazioni, in primis la Regione, pagando tasse, imposte, contributi, addizionale e balzelli vari”.
Questa la premessa. Poi, però, la beffa: “Proprio nella sede del consiglio regionale si è preferito “sfrattare” il prodotto di un imprenditore molisano, (il sottoscritto), che dà lavoro a molisani, per far mettere al suo posto uno “straniero”, così come avvenuto in passato in altri Uffici pubblici del capoluogo, ad esempio l’Ospedale Cardarelli”.
Non va meglio nemmeno altrove: “In altri uffici pubblici poi, non è possibile entrare “perché si deve fare la gara”, dicono, ma non mi è chiaro a quali gare abbiano partecipato le ditte “straniere” che da anni hanno installato le loro attrezzature in quegli uffici, considerato che anch’io aspetto di poter partecipare, ma di bandi non ne ho mai visti. E allora, se proprio si voleva cambiare gestore, magari per par conditio o rotazione, per mostrare una briciola di attenzione verso il proprio territorio, si sarebbe potuto preferire un altro produttore di caffè molisano, la scelta non sarebbe mancata, visto che non mi risulta siano state effettuate gare per l’affidamento del servizio”.