Troppe multe, regole impossibili e guadagni magri: parte la rivolta dei pescatori. Anche quelli molisani hanno aderito alla battaglia in corso per ottenere dal governo Renzi maggiore attenzione.
“Gli armatori vogliono far presente a chi governa, e soprattutto a chi scrive ed approva leggi e decreti riguardanti la pesca in Italia, che troppo spesso vengono emanante delle normative attuative impossibili da applicare alle realtà produttive locali.
Nel corso degli ultimi anni, a seguito dell’abolizione del parlamentino e della consulta generale della pesca, vi è una totale assenza di confronto tra i pescatori e la Direzione Generale della Pesca Italiana che emana decreti senza un minimo di confronto preliminare”.
Ancora: “C’è solo un modo per riportare ordine ed equilibrio nel settore, ovvero quello di istituire un tavolo permanente con i veri pescatori, con chi vive quotidianamente e sopra la sua pelle i problemi del suo lavoro in mare e a terra con la burocrazia attuale! Non è possibile negare ancora l’evidente necessità di confrontarsi con la base produttiva per far fronte ai problemi che ci sono e soprattutto per evitare che altri si presentino. Se è vero che “prevenire è meglio che curare” è anche vero che solo attraverso la concertazione ed il confronto è possibile evitare problemi prima ancora che nascano. Ciò è invocato da mesi, anzi anni, in tanti modi”.