“Il Molise ha conosciuto la paura e ha pianto. Ha pianto l’ingiustizia e la rabbia per ogni vita spezzata. Da 14 anni nella nostra regione il 31 ottobre è la giornata del lutto e della commemorazione. Da 14 anni chiamiamo per nome, provando a vederli ancora sorridenti, bambine e bambini che non abbiamo più visto correre in strada. Ricordiamo un’insegnante a scuola, la maestra Carmela che in nessuna scuola è più tornata. Ci fermiamo di fronte a un crollo che ogni volta arresta il tempo ed esclude il futuro.
E invece anche per loro, soprattutto per loro, per le vittime del terremoto di San Giuliano di Puglia, passato e presente consideriamoli futuro. Un futuro in condizioni di sicurezza, un futuro di conoscenza e consapevolezza di ciò che è attorno a noi: territorio, case, rischio. Un futuro dove prevenzione e cura siano prassi consolidata e non più e non solo le dovute intenzioni a tragedia avvenuta. Facciamolo”.
Il governatore Paolo Frattura ricorda così la tragedia di San Giuliano di Puglia nel corso del consiglio regionale che s’è tenuto questa mattina.
“Tanti e troppi terremoti devastanti, dal Friuli al Molise, passando per il Belice, l’Irpinia, l’Umbria, l’Abruzzo, l’Emilia, il Lazio e ora di nuovo l’Umbria le Marche, ma forse soltanto adesso il necessario cambio culturale che chiede a tutti noi un contributo di valore sociale.
Un contributo di onestà, di rispetto e applicazione delle norme, di controllo. Un contributo di vigilanza e tutela dell’ambiente e del patrimonio edilizio che ogni giorno abitiamo. Un contributo di maturità che vuole che nessun segnale sia lasciato al caso o sottovalutato. Ogni ricostruzione materiale si carica di significato morale. Ogni ricostruzione non appartiene solo ai luoghi di gru e cantieri, ma è un atto collettivo, oggi più che mai nazionale. Anzi: europeo.
Nessuno va lasciato solo, per questo oggi, ricordando i 27 bambini morti sotto il crollo della scuola Jovine e la loro insegnante, offriamo la nostra vicinanza alle popolazioni del Centro Italia che nelle pietre cadute dei loro borghi riconoscono la morte e non sanno più immaginare la vita”.

2 Commenti

  1. Mariapaola Marchitto scrive:

    Beh, anziché piangere, i molisani dovrebbero farsi un più onesto esame di coscienza, perché a chiudere occhi e orecchi dinanzi ai materiali di risulta che sono serviti per tante ricostruzioni sono stati in tanti. Inoltre, non ci si dimentichi che con la ricostruzione post San Giuliano si è fatto carne di porco grazie ad un governo, come quello del signor Iorio, che ha concesso finanziamenti anche ai comuni dell’alto Molise, ossia a quelli non interessati affatto dal sisma. Ce lo ricordiamo o facciamo tutti finta di avere la memoria corta??

  2. Gisella D'Ambrosio scrive:

    Per non dimenticare MAI, ma anche per imparare dagli errori. E non mi sembra che, come molisani, lo abbiamo fatto. Non mi riferisco soltanto a quelle istituzioni che non hanno vigilato sulla costruzione o ricostruzione di edifici pubblici di loro competenza, ma anche e soprattutto a quei tanti cittadini privati che, consapevoli dei materiali scadenti che venivano utilizzati per le loro case, hanno chiuso un occhio. Le balle stanno in poco posto, signori, poi è inutile piangere o applaudire al passaggio delle bare…

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