L’ultima petizione sottoscritta dai cittadini è quella di Sant’Elena Sannita. Ma poche settimana fa c’era stata quella di Palata. Per non parlare della preoccupazione dei sindaci, a cominciare da quello di Bojano. L’arrivo dei migranti in regione sta diventando un vero e proprio caso con intere comunità pronte a dire no all’arrivo dei profughi. E, accanto a tanti tentati di integrazioni ed esempi di aiuto, viene fuori l’altra faccia del fenomeno accoglienza.
Niente barricate in stile Gorino, qui in Molise il ‘no’ è pacifico e passa per petizioni e ampie dichiarazioni di tolleranza. “Non è razzismo” spiegano a Sant’Elena come a Palata. Si tratta piuttosto di tutelare l’identità di un piccolo centro. Nel paese del profumo lo spiegano con una metafora: «La nostra identità sarebbe a rischio anche con trenta norvegesi». E’ questo il messaggio che le piccole comunità del Molise stanno cercando di far passare per bloccare l’arrivo di un numero “spropositato” di immigrati rispetto alla popolazione residente. A rendere più complicata questa “lotta per l’identità ” c’è la possibilità data anche ai privati di poter ospitare i migranti in casa. E’ quello che potrebbe succedere a Sesto Campano, altra comunità in subbuglio per l’arrivo di una ventina di extracomunitari.
Non va meglio nemmeno sul fronte istituzionali. E’ il caso di Bojano dove il sindaco ha scritto alla prefettura per chiedere spiegazioni sul numero crescente di migranti ospitati nelle strutture del centro, ma anche in quelle dell’hinterland.
L’approfondimento nell’edizione in edicola oggi di Primo Piano Molise.