Non sono passate inosservate le parole che don Alessio, parroco di Santa Croce di Magliano, ha rivolto ai fedeli, in particolare a coloro che hanno votato no al referendum costituzionale di domenica scorsa. A rendere noto l’episodio alcuni consiglieri comunali: «Mi raccontano che alla messa di giovedì mattina, il sacerdote si è sentito in dovere di rimproverare quanti, tanti fortunatamente, votando No, si sono posti a difesa delle libertà individuali e collettive, arrivando addirittura ad usare questa interlocuzione “sputare nel piatto dove si mangia”. Allusioni di questo tipo mi lasciano francamente sbalordito, soprattutto in quanto completamente dissonanti rispetto alla neutralità sempre manifestata da Papa Francesco».
In poco tempo in paese è scoppiato un vero e proprio caso con tanto di diatriba che ricorda tanto le trame di Guareschi, animate da don Camillo e Peppone.
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Possiamo scegliere se essere UTENTI DELLA VITA piuttosto che VIVENTI, se tacere anziché parlare. Il cristiano è, in prima istanza, una sentinella e, come tale, avvisa quando c’è qualcosa che non va.
Sensibilizzare la gente sulla distinzione fra un’istanza di cambiamento e l’immobilismo non ha nulla di riprovevole, anzi.
Ora, cari signori del no che, se interrogati sul Titolo Quinto della Costituzione rispondete balbettando, che cosa avete in mano? Un Governo che, per forza di cose, doveva essere la continuazione di quello precedente perché c’erano tanti importanti processi avviati. Un caos enorme all’interno del movimento grillino, che ha fatto delle questioni etiche e morali il suo cavallo di battaglia. Un disaccordo profondo all’interno di una coalizione, come quella di destra, una delle cui ali, Forza Italia, aveva FIRMATO LA RIFORMA in prima istanza. A chiudere, la venuta meno di una fiducia che si stava progressivamente ricostruendo all’interno del consesso internazionale.
Cittadini del no, siete lo specchio -senza deformazioni- del sistema che criticate. Tacete per dignità.
Non capisco tutto questo polverone. Purtroppo la memoria corta gioca brutti scherzi, allora facciamo un “refresh”: il cristiano è, prima di tutto, una sentinella. Come tale, vigila su ciò che gli sta intorno e, quando qualcosa non va, parla e denuncia. Non lo fa con le armi, con i toni accesi, ma con pacatezza. Essere pacati non significa non dire la verità. Purtroppo il mondo di oggi, quello dei social network che di social non hanno nulla perché ci trincerano dietro un mondo virtuale disabituandoci alla dialettica viso a viso, si è rannicchiato nell’ipocrisia della pacca sulla spalla che non si traduce mai in un rimprovero o in un monito, laddove questi si rendono necessari. Il parroco ha fatto il suo dovere facendo notare che l’alternativa al sì non era un’altra riforma costituzionale, bensì il tenersi quello che abbiamo, ossia quello che abbiamo sempre criticato: bicameralismo paritario che ha affossato il processo legislativo svilendolo non poco, enti inutili e dispendiosi quali province e CNEL, emolumenti vergognosi per i senatori. Si è compreso questo oppure occorre un disegno? A quanti hanno votato no chiedo: sapete che cosa siete andati a votare o avete ascoltato la disinformazione del Grillo, del D’Alema, del Salvini di turno? D’Alema? Vi rendete conto? Gente che ha avuto mille occasioni per cambiare la Costituzione mentre era al governo -compreso Salvini e Forza Italia- e non lo ha fatto. Ed ora si riveste di un finto purismo costituzionale. Ma a che gioco stiamo giocando? Il parroco, quindi, non si scusi, non dia giustificazioni del proprio operato, e vada avanti sulla sua strada. Così come dovrebbero farlo tutti i cristiani.
Il clero e’ sempre schierato col sistema….importante x loro e’ povertà ignoranza che si manifesti sempre di più…..ecc
Scusi se non ho studiato a Oxford come lei, ma non ho capito una parola di quello che ha detto.
Veramente gli ignoranti sono la maggior parte di coloro che hanno votato no che, se interrogati su ciò su cui si sono pronunciati, non sanno rispondere. Sa perché? Perché hanno votato contro una persona, non contro la riforma in quanto tale. Patetici!