Nel giorno dell’Immacolata, 8 dicembre, sono giunte a Cercemaggiore le Monache Clarisse che hanno subito gravi danni e tanta paura nel recente terremoto di Norcia. Le immagini relative al dramma vissuto lo scorso 30 ottobre hanno commosso il mondo e hanno messo in luce non solo il dramma delle famiglie ma anche quello delle comunità religiose. Sono 7 le suore, tra cui una novizia, ospitate a Cercemaggiore nel borgo storico alle quali presto si aggiungerà un altro gruppo. Le suore di Clausura sono come gli alveari, seguono cioè un rigoroso percorso ed è per questo che l’arcivescovo di Campobasso–Bojano GianCarlo Bregantini, dopo aver dialogato ed ascoltato con gli organi competenti, individuato il luogo e le strutture per attivare l’ospitalità ha deciso collegialmente di ospitare le suore di Clausura a Cercemaggiore. Una consultazione dunque attivatasi con il consiglio Presbiterale diocesano, il Collegio dei Consultori, i vescovi di Norcia Renato Boccardo e il vescovo di Arezzo Riccardo Fontana, il parroco di Cercemaggiore don Giuseppe Di Iorio e il sindaco Vincenza Testa.
La loro dimora è la casa, gentilmente messa da disposizione, da parte delle Suore Mater Orphanorum, di Cercemaggiore, con cordiale accoglienza da parte del parroco e della comunità. Esse resteranno il tempo necessario alla ricostruzione provvisoria, a Norcia, anche presso i moduli abitativi. «E’ un bel segno di solidale vicinanza alla difficile realtà degli sfollati, per la gravità del sisma, ha dichiarato il vescovo Infatti, ora questa comunità di sette Monache di clausura era appoggiata, con disagio, in un’altra casa, a Trevi, lontano da Norcia. Qui, in Molise, in diocesi, troveranno uno spazio per la loro intensa preghiera. Ne siamo fieri. Sentiamo che questa presenza arricchisce quella già preziosissima del
monastero Crux Ignis di Faifoli. E la preghiera resta la nostra grande arma, davanti alle paure e alle inside del futuro». Per loro la diocesi tutta e la comunità di Campobasso – Bojano auspicano una “solidale attenzione alle loro quotidiane necessità. «Un gesto di solidarietà verso i terremotati del Centro Italia. Questa ospitalità – ha sottolineato il vescovo Bregantini- si unisce ai tanti gesti che il Molise ha fatto attraverso varie forme. Una corona di opere di solidarietà».