Un progetto per la salute costruito per i cittadini che tende ad offrire un miglioramento della tutela della salute e del benessere della collettività.
Si autodefinisce così il Piano sanitario regionale 2012-2014 nella parte preliminare della bozza elaborata dalla struttura commissariale – l’onere è in particolare del sub commissario Mario Morlacco – e datata 23 febbraio 2012. L’obiettivo è ambizioso: assicurare i livelli essenziali di assistenza nel modo più appropriato e contemporaneamente recuperare l’equilibrio nei conti facendo in modo che le condizioni che hanno portato al default e al commissariamento non si ripetano più.
I punti essenziali riguardano la realizzazione della rete di emergenza-urgenza e la conseguente rimodulazione del sistema ospedale. Intorno a questi due capisaldi si sviluppano poi il riassetto dei servizi territoriali, le politiche per la riabilitazione, la disabilità, i laboratori.
Il governo dell’emergenza è stato programmato secondo logiche Hub&Spoke: alle strutture periferiche funzioni di base, a quelle centrali compiti di riferimento per l’intera regione. Queste le componenti del Sistema di emergenza: la Centrale operativa del 118, i punti di primo intervento territoriali (sedi di 118), i punti di primo intervento ospedaliero ad Agnone, Larino e Venafro, i Dea di primo livello di Termoli e Isernia, il Dea di secondo livello del Cardarelli di Campobasso, la Cardiochirurgia e il laboratorio di Emodinamica interventistica della Cattolica, infine la Stroke Unit di terzo livello del Neuromed.
Quanto agli ospedali, il piano cerca e trova le cause del tasso di ricovero dei residenti fra i più alti d’Italia intanto nell’eccesso di offerta e poi anche nel fatto che assistenza extraospedaliera per gli anziani ce n’è poca. Su questo fronte potrà dire la sua il potenziamento dei posti letto di Rsa previsti nelle strutture minori (Venafro, Agnone e Larino). Complessivamente, entro il 2013 il Molise avrà 1.251 posti, distribuiti in 7 macro-aree: 430 per quella medica, 395 alla chirurgica, 105 all’area materno-infantile, 70 per le cure intensive, 27 per la psichiatria, 224 alla riabilitazione, neanche uno per l’area servizi (radiologia, medicina legale e medicina del lavoro). Si parte però da 1.347 posti e la riduzione avverrà grazie, fra le altre cose, ad una rimodulazione basata sul fabbisogno, all’accorpamento degli ospedali minori (per i quali il piano pronostica una “duplice integrazione, verso gli ospedali maggiori e verso le funzioni assistenziali distrettuali” e più oltre non esclude “forme di sperimentazioni gestionali pubblico-privato di tipo riabilitativo”), alla riduzione del budget agli operatori privati, all’integrazione fra pubblico e privato e agli accordi di confine per ridurre la mobilità in entrata e in uscita per le prestazioni di “basso peso”. Con la Campania l’intesa è stata perfezionata, con l’Abruzzo è in via di definizione, contatti sono stati intrapresi con la Puglia e il Lazio.
Lo scontro più duro si è già aperto sul punto 5.5 della bozza: ruolo e funzioni della rete ospedaliera privata nella Regione Molise. In particolare, Neuromed e Cattolica dovranno essere realmente integrati. L’istituto di Pozzilli, polo d’eccellenza per la Neurochirurgia, entra nel sistema d’emergenza attraverso il Dipartimento di Neuroscienze nell’ambito della rete integrata per l’assistenza al paziente con ictus.
Per la Fondazione Giovanni Paolo II il discorso è più complesso. Il piano riproduce le cinque righe meno ‘compromettenti’ della bozza operativa circolata nei giorni scorsi, quelle che descrivono l’intenzione di dar vita ad un modello di gestione innovativo fra il centro di largo Gemelli e l’ospedale di contrada Tappino. “Il progetto dovrà prevedere lo sviluppo di fasi nelle quali saranno gradualmente spostate all’interno della Fondazione attività oggi erogate da unità operative presenti presso il Cardarelli, evitando duplicazioni e garantendo percorsi assistenziali condivisi dagli operatori”, aggiunge poi ma nulla dice sui reparti da spostare. Nella bozza incriminata si parte da ginecologia e neonatologia (gestite dalla Cattolica), si prosegue con l’oncologia e la cardiologia. Entro marzo, è l’indicazione temporale. Ma è un termine già passato in cavalleria.