Non tutto è filato liscio. Il mandato, i sindacati nazionali, hanno dovuto guadagnarselo. E d’altro canto è il via libera a firmare un’intesa che non ha entusiasmato quasi nessuno. Alla fine, però, l’ok dell’assemblea dei lavoratori della Gam è arrivato. Due votazioni distinte. Con la prima, i segretari di categoria e le rsu sono autorizzati a sottoscrivere l’accordo sindacale con Amadori. Sei i voti contrari, sei gli astenuti. Tutti d’accordo, invece, sul secondo pronunciamento che chiede alla Regione di concretizzare gli impegni presi riguardo alle politiche attive per gli esuberi e agli ammortizzatori necessari a sostenere o lavoratori nel tempo che servirà alla ripartenza targata Amadori.

In serata, ieri, la seduta della giunta regionale chiamata a dare disco verde sulle intese al presidente Frattura. Una presa d’atto che formalmente rafforza la firma che il governatore apporrà in calce ai due patti.

Oggi alle 15 al ministero dello Sviluppo, dunque, l’ultimo incontro. «All’imprenditore chiederemo comunque di migliorare la sua proposta, di aggiungere qualche altro tempo indeterminato, di arrivare ad un contratto di secondo livello», ci tiene a precisare Franco Spina, responsabile Organizzazione della Cgil Molise. Ma entro l’8 marzo – aveva chiesto il management di Cesena – le intese devono essere firmate e lo saranno. Nei fatti, l’ad del gruppo romagnolo Romani è stato chiaro da subito. Ci sono condizioni su cui non è disposto a derogare. Quindi, la clausola sociale inserita dal giudice nel provvedimento di aggiudicazione (che non c’era però nel bando) dei beni – che richiamava l’articolo 2112 del codice civile e il trasferimento di tutti i 280 contratti di Gam in capo all’acquirente – sarà superata da un accordo sindacale in deroga. All’incubatoio si lavorerà con contratti agricoli a tempo determinato (una trentina da subito fino ad un massimo di 60), una decina gli addetti stimati per i centri allevamento. Al macello, tempi di riapertura previsti in non meno di 36 mesi (in questo caso anche oggi si proverà a far mettere nero su bianco qualche mese in meno) e un centinaio di addetti. La quota di contratti stabili offerta da Amadori è del 10%, il resto avventiziato.

Aggiudicataria di incubatoio, stabilimento e centri di allevamento attraverso la società controllata Agricola Vicentina, l’azienda fondata da Francesco Amadori realizzerà l’investimento dichiarato, 47 milioni di euro, con l’aiuto di un contratto di sviluppo finanziato da Ministero e Regione e del Psr Molise. Oltre a quello sindacale, sarà firmato oggi l’accordo sulla contribuzione pubblica (40%) al progetto di rilancio della filiera avicola. L’8 marzo è, invece, la data del closing: il termine assegnato ad Agricola Vicentina per saldare il prezzo dei beni (che si è aggiudicata con un’offerta di 9,1 milioni di euro).

Per i sindacati la sottoscrizione di oggi è solo la prima parte del percorso. La seconda, quella per la quale resta il pressing sulla Regione riguarda gli strumenti che giunta e Consiglio sono chiamati a mettere in campo per garantire soluzioni a tutti i 280 attuali addetti dell’ex Arena. Un centinaio gli esuberi certi, ma potrebbero aumentare. Tanti lavoratori hanno un’età avanzata, oltre 100 di loro hanno prescrizioni mediche (impossibilità certificata a svolgere alcune mansioni): fumo negli occhi per un imprenditore che intenda avviare un’attività. Il pacchetto di misure costruito in un confronto serrato fra sindacati e Regione prevede intanto impegni sugli ammortizzatori. Il Milleproroghe autorizza altri 12 mesi di cassa integrazione straordinaria per le aziende che si trovano in territori riconosciuti come aree di crisi complessa, l’esecutivo di Palazzo Vitale dovrà trovare in bilancio i fondi necessari a coprire la parte di competenza dell’azienda (la Gam è in concordato). Dall’Inps nazionale, poi, si sta ancora aspettando la risposta definitiva sull’accessibilità delle maestranze di Bojano alla Naspi. A parte gli ammortizzatori, gli strumenti a disposizione per gli esuberi vanno dall’incentivo all’esodo all’autoimpiego e ai lavori di pubblica utilità. La prima misura sarà regolamentata con legge regionale. Fino all’8 marzo non si farebbe in tempo. Quindi, oggi – al netto di imprevisti – la firma con Amadori. Poi tutto il resto.

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