Don Luigi Di Lella, ex parroco di Salcito, ha voluto scrivere una lettera alla famiglia di Antonio Griguoli, tragicamente scomparso giovedì scorso a causa di un incendio che lo ha investito mentre raccoglieva della legna in campagna.
“Sono stato parroco di Salcito dal 1976 all’ottobre 1992 ed ho conosciuto Antonio Griguoli e la sua famiglia: ho fatto catechismo anche a casa, ho preparato alla Prima Comunione e alla Cresima, ed ho unito in matrimonio alcuni dei figli. Una pronipote di Antonio farà la prima comunione quest’anno. Due figli vivono e fanno parte della mia parrocchia. Per questi motivi mi sono permesso di scrivere quanto segue. In questo venerdì che precede la domenica delle Palme, in molte parrocchie, si fissa lo sguardo su Maria Addolorata. In lei vediamo il dolore di tante mamme che soffrono per la morte prematura di figli e del proprio coniuge. Da ieri sera, il nostro cuore soffre nel pensare alla sofferenza di Iolanda, moglie di Antonio, vittima, di un incendio presso il bivio di Salcito. Da quasi vent’anni ho lasciato quella Parrocchia ma non posso mai dimenticare Antonio, uomo silenzioso e preciso, Iolanda, attenta ed energica, i figli così volenterosi di apprendere e così rispettosi ed educati: sia in casa e, quando il tempo era buono, fuori facevamo catechismo. In quella casa sono stato tante volte e sempre accolto in modo premuroso e delicato. Ho fatto la prima comunione e ho preparato alla cresima tutti loro: alcuni li ho uniti anche in matrimonio … Sono unito al dolore di Iolanda, dei figli, delle nuore, dei generi, dei nipoti Ho chiesto sempre notizie su di loro: dieci giorni fa sono rimasto contento nel sapere che un nipote di Antonio ha scelto di vivere a Salcito con i nonni anziché stare con i genitori al Nord. Quando, in questi venerdì di Quaresima, Francesca pronipote di Antonio guidava, con voce sicura, gli spunti di meditazione della Via Crucis il mio pensiero andava alla nonna Maria e ai bisnonni Antonio e Iolanda. Sono molto vicino al dolore della figlia Maria da tempo chiamata a condividere la sofferenza di Cristo e di Maria: Gesù e Maria la sostengono in questo momento. Maria mi ha detto: “Mi sei stato sempre vicino. Mi fa piacere che anche ora sei qui. Ho visto che guardava in alto con le braccia allargate: chiedeva aiuto al Signore?. Le ho risposto: “Può darsi. Ma credo che come Gesù in croce dicesse: “Nelle tue o Dio affido l’anima mia”. La moglie Iolanda mi ha chiesto: “Antonio ha sofferto? Le ho risposto “Nel corpo ha sofferto ma la sua anima è volata in cielo. Là gode e sta vicino a te e vicino ai figli e ai nipoti come prima”. Il figlio Fabio e la nuora Lorena hanno avuto momenti di dolore negli ultimi mesi: il Signore e l’Addolorata li sostengano in questa tragica ora. Nella Vergine che tiene sul grembo Gesù vediamo la famiglia di Iolanda: accogliamo nel nostro cuore il loro dolore. Chiediamo a Maria di sostenere, con la sua amorevole protezione, questa famiglia che attraversa la notte del dolore, affinché possa mantenersi come Lei salda ai piedi della croce. L’Addolorata ci aiuti ad avere lo stesso suo atteggiamento nei confronti di tanti fratelli che soffrono ci aiuti a vedere nel dolore un mezzo di collaborazione con la redenzione di Cristo, L’amore di Dio ci spinga a rimanere vicini a tutte le persone meno favorite. a non passare oltre davanti alla sofferenza umana, ad offrire la nostra capacità di amare e di compatire . Gesù, in Croce, manifestò l’amore che giunge fino al dono della propria vita. La Croce nella sua forma e nel suo significato rappresenta il grande amore che il Padre e Gesù nutrono per gli uomini. Nella Croce riconosciamo l’icona dell’amore supremo, impariamo ad amare ciò che Dio ama e come Egli lo fa: questa è la Buona Novella che ridona la speranza al mondo”.