Un salasso chiamato ‘oneri di sistema’: vale a dire la parte della bolletta elettrica che sulla carta finanzia la sostenibilità ambientale (incentivi alle rinnovabili, oneri per smantellare centrali nucleari, bonus elettrico) ma che appesantisce il conto per milioni di italiani che hanno una seconda casa e non solo. Ma di questi si occupa l’associazione dei molisani a Roma Forche Caudine. La prima fattura del 2017 dimostra che il conto è raddoppiato.
Tanti i molisani a Roma che mantengono le abitazioni di famiglia più per ragioni affettive che per altro. «I costi di gestione, tra tasse per le seconde case, come l’Imu, e gli oneri per i rifiuti, sono ormai insostenibili per i proprietari. Non è un caso – evidenzia il segretario dell’associazione Gabriele Di Nucci – se i paesi sono pieni di vani cartelli ‘vendesi’, quasi sempre inutili perché nessuno compra. Eppure le comunità di emigrati sono la vera grande risorsa per il Molise, finanziamo le casse delle amministrazioni comunali pur rientrando poco al paese. Ora questa nuova stangata, tante le bollette con gli importi raddoppiati, sta provocando la diffusa intenzione di distaccarsi della corrente e del gas. La realtà molisana montana dell’entroterra rischia seriamente di scomparire e con lei tanti preziosi lembi interni del nostro Mezzogiorno se si continua con questa logica di tassare l’inverosimile».
La stangata, per via dell’adeguamento delle tariffe dal 1 gennaio, ha colpito anche molte imprese artigiane. In questo caso a denunciarlo è l’Unsic, un sindacato autonomo con sette sedi in Molise tra Campobasso, Termoli, Guglionesi e Venafro. «Stiamo ricevendo numerose segnalazioni in tal senso da piccole aziende nostre associate, soprattutto artigianali, anche dal Molise – racconta il presidente Domenico Mamone -. Alle difficoltà economiche del momento si somma questa improvvisa stangata per i cosiddetti ‘oneri di sistema’, che paradossalmente punisce proprio chi consuma meno, quindi le aziende più piccole e precarie, rendendole di fatto meno competitive. C’è un chiaro sbilanciamento – conclude Mamone – che penalizza i più piccoli, cioè le imprese in bassa tensione, che pur rappresentando solo un terzo della domanda elettrica, in realtà pagano quasi la metà degli oneri generali di sistema».