Ci si sta scontrando, accapigliando quasi, su un piano operativo in scadenza. «Piuttosto dovremmo sederci attorno a un tavolo ed elaborare la nuova programmazione sanitaria, quella valida a partire dal 2018. Costruirla in maniera condivisa e aderente coi bisogni dei molisani».
Tecla Boccardo, segretaria regionale della Uil, non entra nella polemica rovente sull’approvazione del piano operativo 2015-2018 con legge dello Stato. Dai 5 Stelle al centrodestra, passando per Mdp e Sinistra italiana, è un fuoco di fila contro il governo Gentiloni e il presidente Frattura. Che a sua volta ritiene che questo sia un punto di svolta.
«Come Uil io invece voglio porre l’attenzione su un’altra questione perché in questo scambio di accuse si rischia di dimenticare chi è il vero malato. Deve essere recuperato – propone Boccardo – uno spazio di coinvolgimento diverso rispetto a quello che c’è stato fino a ieri. Il Pos è in scadenza e su un piano in scadenza ci si sta scontrando. Su un documento che in tre anni ancora deve essere approvato, blindato, attuato. Io ritengo sia quasi ridicolo. Dopo una cura ‘lacrime e sangue’, vogliamo quindi essere coinvolti per aprire la discussione sul nuovo piano sanitario. Cominciamo a parlarne per fare in modo di averlo approvato entro i primi mesi del 2018. Noi non ci tireremo indietro».
La segretaria della Uil ribadisce, poi, il suo parere sul programma operativo straordinario: «Non è quella la strada giusta, lo dimostrano i fatti. Anche degli ultimi giorni. I malati fanno il tour fra le strutture per capire dove andare. Non credo sia questa la strada giusta, ripeto. Serve – prosegue – un piano che superi le cause della eccessiva spesa, che velocizzi la realizzazione dei servizi territoriali, e non è inaugurando la Radiodiagnostica che si accelera su questo fronte, che punti sulla sanità privata che integra quella pubblica e metta al centro il malato».
E se per molti aspetti il regolamento del decreto Balduzzi (dm 70) ha penalizzato il Molise, c’è un dato – evidenzia Boccardo – che invece lo premierebbe ma non è stato applicato. «Quel provvedimento prevede che i posti letto possano essere aumentati per le Regioni che presentano i tassi maggiori di mobilità attiva. Ed è proprio il caso del Molise. Allora perché nel piano operativo l’assegnazione dei posti letto è sotto soglia? Perché non sono stati ottenuti più posti letto? Che la mobilità passiva sia diminuita purtroppo significa anche che i pazienti, non trovando più alcuni servizi in Molise, rinuncino a curarsi perché non possono andare fuori. Ma questi due elementi possono e devono essere utilizzati per migliorare l’offerta. Con un nuovo piano, ribadisco, che sia pensato in maniera condivisa – conclude Boccardo – e per i molisani».

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