La grande impressione suscitata dalla tragedia avvenuta in Portogallo, dove un fulmine ha causato un inferno di fuoco nella foresta di Pedrogao (le fiamme sono arrivate a 200 chilometri da Lisbona) e provocato 61 morti, ha acceso i riflettori delle istituzioni delle istituzioni italiane e della stampa nazionale sulla situazione del dispositivo di emergenza in caso di incendi.
Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio ha puntato il dito contro sei Regioni, fra cui il Molise (le altre sono Sicilia, Basilicata, Abruzzo, Marche e Umbria) che «non hanno mezzi aerei per intervenire nello spegnimento». Domenica per domare il rogo di Campomarino, l’elicottero è arrivato da Pescara. Era quello dei Vigili del fuoco, che hanno il coordinamento e la responsabilità quando l’incendio è di interfaccia: nel gergo tecnico indica i casi in cui le fiamme giungono a 100 metri dalle abitazioni o altro tipo di edifici e prevale quindi l’esigenza di pubblica incolumità.
Da Campochiaro, dove c’è la sala operativa della Protezione civile regionale, spiegano che in effetti è così. Il Molise non ha aerei, né è immaginabile che ne avrà in futuro. Ma, come molte delle altre Regioni messe all’indice da Curcio perché «non hanno ancora stipulato le convenzioni che stanziano i fondi di potenziamento del servizio», utilizzava in via esclusiva i mezzi e quindi anche l’elicottero del Corpo forestale dello Stato. Che ora, con la dotazione del Corpo attinente all’antincendio passata ai Vigili del fuoco (la Forestale è stata soppressa e le sue competenze sono passate in parte ai Carabinieri e in parte al 115), non sono più concedibili in via esclusiva. Così si evince, pare, dai protocolli firmati a maggio (il Cfs è stato soppresso a gennaio).
Il Molise, spiega il responsabile della sala operativa della Protezione civile regionale Antonio Cardillo, farà riferimento al Coau (centro operativo antincendio unificato) che gestisce «una serie di mezzi fra cui i Canadair e altri messi a disposizione dai Vigili del fuoco, dalla Guardia Costiera e da altre forze». Intanto, spiega, i contenuti tecnici della convenzione che, come ogni anno, sarà firmata in prefettura per l’antincendio boschivo sono pronti. Dunque, a breve ci sarà la sottoscrizione.
Se servirà l’intervento aereo per spegnere gli incendi – l’estate si presenta già rovente quindi la preoccupazione non è del tutto infondata – si chiederà l’intervento al Coau. Il Molise ora non ha un elicottero a terra pronto a partire. Non c’era molto tempo, né tante risorse evidentemente, per bandire una gara e andare sul mercato.
La domanda sui tempi nasce spontanea. Cardillo spiega che tecnicamente i tempi di intervento di un aereo della flotta nazionale si aggirano sui 30-40 minuti. E che se un elicottero ha una portata fra i 500 e gli 800 litri d’acqua, un aereo arriva anche a 12mila litri. Il tempo di intervento si può recuperare con il gettito. Il Coau, poi, è gestito in modo che se un aereo sta rientrando da un incendio in Puglia e si attiva un allarme in Molise, questo possa essere deviato in regione. Lo prevedono le procedure operative emanate proprio da Curcio.
La confusione, in termini di coordinamento, responsabilità e competenze, conseguente alla soppressione del Corpo forestale ha inciso non poco nella preparazione della campagna antincendio 2017. La convenzione, comunque, sarebbe oramai pronta. Per il vaglio della giunta Frattura sarebbe questione di giorni. r.i.
12000 litri d’acqua ?? Bisogna che si vada a leggere il manuale operativo di un CL45 per vedere che i litri sono intorno ai 5500.
Un elicottero costa circa 1800 euro ora volo….un CL 45 per 8 volte.
Un incendio si combatte nel nascere….non quando oramai è diventato sproporzionatamente vasto….spreco di risorse, uomini, mezzi…e soldi !!
Non funziona così l’antincendio.