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Giusto cento anni fa affondava nell’oceano Atlantico, a cento miglia dalle coste statunitensi, la maestosa nave battente bandiera britannica: Titanic. Era la notte tra il 14 ed 15 aprile del 1912 quando, dopo la collisione con un iceberg, la nave colò a picco in poche ore spaccandosi in due tronconi. Millecinquecento tra donne, uomini e bambini persero la vita in mare o rinchiusi nella trappola d’acciaio, soffocati dall’acqua, dando così vita ad una delle più chiacchierate storie e leggende del vecchio secolo, alimentate da film, videogiochi, immersioni spettacolari, recensioni, siti internet e quant’altro.

Tra i numerosi passeggeri del Titanic, nel basso della stiva, c’era anche il cercese Michele Zappone che miracolosamente ebbe salva la vita. Nella sciagurata notte del 14 aprile di cento anni fa, la linea sottile tra la vita e la morte non divise nessuno, ne ricchi ne poveri. La falce della morte portò via, come una livella, sia i viaggiatori di prima classe che quelli della stiva. Accomunando nelle sciagura tutti, senza nessuna distinzione. Anche il capitano del Titanic, Edward Smith, perse la vita nel naufragio.

Michele Zappone, classe 1885, era un bracciante agricolo e commerciante di legname, non nuovo a viaggi oltreoceano in cerca di miglior fortuna. Nel 1912 quando da Cercemaggiore partì alla volta di New York era sposato con Maria D’Aversa e padre di una bimba: Filomena. Dopo il naufragio del transatlantico e il miracoloso salvataggio il temerario cercese restò qualche anno in America per poi far ritorno in Molise nel 1915, con qualche soldo in più in tasca ed un’esperienza straordinariamente indelebile nell’animo. L’anno successivo al rientro in patria di Michele, nel 1916, la signora Maria diede alla luce la secondogenita di casa Zappone, alla quale il papà volle dare l’inusuale nome di Titanica, in memoria di quell’esperienza tanto terribile ma tanto vitale per tutta la famiglia. Qualche anno più tardi la famiglia Zappone si ingrandì di numero con l’arrivo di Guerina ed Elsina.

Oggi quella bambina di nome Titanica è una anziana signora di 96 anni, madre e nonna, che vive a Campobasso. Sono proprio due delle sue figlie, Enza e Maria che raccontano quella storia di cento anni fa, cosi come il nonno Michele nell’intimità del focolare la raccontava alle sue figlie. La storia di Michele Zappone non trova riscontro in documenti ufficiali, ne viene menzionato tra i superstiti italiani del naufragio, perche evidentemente non registrato al suo ingresso sulla nave. Alla fine degli anni 90’, all’indomani dell’uscita nelle sale cinematografiche del colossal di James Cameron Titanic, i media nazionali e locali si interessarono alla singolare vicenda di Titanica e della sua famiglia. Oggi, a cento anni da quella tragedia, ci è sembrato giusto rendere omaggio alla storia di una famiglia molisana nata dalla tragedia del naufragio del Titanic.

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