Non si fermano gli sbarchi di extracomunitari sulle coste italiane. Tra venerdì e sabato sono attraccate le navi di Guardia Costiera, Medici senza Frontiere e dell’associazione Sos Mediterranèe (a Catania, Salerno e Brindisi).
Numerosi i migranti soccorsi che, una volta attraccate le imbarcazioni, sono destinati anche alle strutture di accoglienza del Molise.
In particolare, a bordo della Vos Prudence di Medici senza Frontiere c’erano 935 migranti. Ultimate le operazioni di sbarco, gli extracomunitari sono stati (o saranno nelle prossime ore) trasferiti nelle strutture in base al piano nazionale di riparto. Secondo quanto riferito dall’agenzia Ansa, 150 in Lombardia, 100 in Campania, altrettanti nel Lazio (Frosinone, Latina, Viterbo), 80 in Piemonte, 55 in Veneto, 50 in Emilia-Romagna e altrettanti in Abruzzo, Molise, Umbria, Marche. Dei 935 migranti, 793 sono uomini e 125 donne (di cui sette in gravidanza e una in travaglio che è stata anche la prima persona a scendere dalla nave insieme a un ferito di circa 30 anni). Ci sono anche 16 minori, di cui due neonati.
È nato durante il viaggio della speranza sul barcone, uno dei tanti che attraversano il Canale di Sicilia, il piccolo ‘Cristo’: quando sono intervenuti gli equipaggi e il personale di Sos Mediterranèe France e di Medici senza Frontiere, bisognava ancora tagliare il cordone ombelicale. Sono stati soccorsi dai medici di bordo. La madre, camerunense, e il piccolo, stanno bene. Sono sbarcati a Brindisi dove la nave Aquarius, che trasportava in tutto 860 persone, ha attraccato. E lì, a quanto spiegato sulla pagina Facebook di Sos Mediterranèe, «Cristo, nato in mare durante il salvataggio toccherà terra per la prima volta». Mentre la nave Aquarius si avvicinava alle coste italiane le donne nigeriane salvate nel Mediterraneo hanno reso omaggio ai soccorritori con canti e balli e preghiere: «Quelli che sono partiti – hanno detto – non sono tutti qui con noi. Molti hanno perso la vita. Questa nave è un rifugio, non una camera mortuaria». Gli 860 migranti saranno smistati per la gran parte in Lombardia e Lazio, ma anche in Piemonte, Veneto, Toscana, in altre strutture della Puglia, in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Abruzzo, Molise e Umbria.
La notizia dell’arrivo di altri profughi ha riacceso il dibattito in regione dove da qualche settimana si registra preoccupazione e qualche segno di insofferenza. In totale sarebbero circa 3.500 i migranti già presenti, un numero che in rapporto alla popolazione del Molise è già significativo. E i dati contenuti nei bandi delle due prefetture per la ricerca di strutture private (1.400 posti in provincia di Isernia e 2.250 in quella di Campobasso) fanno chiaramente capire che bisogna prepararsi a un aumento. Ancora aperta, inoltre, la questione del centro hub di San Giuliano di Puglia. Vista la contrarietà delle comunità della zona, in alcuni casi come a Santa Croce di Magliano rappresentata da pronunciamenti ufficiali delle amministrazioni, all’arrivo di circa 500 profughi nelle casette che ospitarono gli sfollati del sisma del 2002, il governatore Frattura sta lavorando a una proposta di mediazione e alternativa da portare al tavolo della prefettura e da sostenere poi a Roma. ppm