Il 2017 è già entrato nella lista di quelli più caldi della storia del nostro paese da oltre due secoli. L’emergenza sta assumendo proporzioni preoccupanti in tutto lo Stivale a causa della siccità delle ultime settimane, tant’è che almeno dieci Regioni stanno per presentare la richiesta di stato di calamità naturale al ministro delle Politiche agricole. Una misura che, in un certo qual modo, cerca di riparare ai disastri procurati dal caldo e dalla mancanze di piogge prevedendo la sospensione delle rate dei mutui, il blocco dei pagamenti dei contributi e l’accesso al Fondo per il ristoro danni. Sul fronte agricolo i danni, secondo un’analisi di Coldiretti, ammontano a circa 2 miliardi, mentre la produzione di latte è crollata del 15%. La mappa dell’emergenza riguarda un po’ tutte le Regioni, compreso il Molise dove tanti sindaci sono ricorsi alle ordinanze ‘antispreco’ per salvare le risorse idriche e dove si registrano un minimo storico del livello della’acqua negli invasi. Ma in queste ore la situazione più grave è nella Capitale: tra meno di una settimana un milione e mezzo di romani rischia di ritrovarsi con i rubinetti a secco. Per scongiurare il disastro ambientale, la Regione ha adottato un’ordinanza che impone la sospensione dei prelievi dal lago di Bracciano.

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