«Sconfiggere la paura, questo è il nostro obiettivo. Un genitore deve poter decidere consapevolmente e per farlo ha bisogno di conoscenze anche tecniche».
Il direttore amministrativo dell’Asrem è al lavoro. A ridosso di Ferragosto. Qualche giorno di vacanza certo toccherà anche a lui, ma più in là. Adesso è in ufficio. Terminata una riunione con gli anestesisti, Antonio Forciniti risponde a Primo Piano che gli chiede come l’azienda sanitaria sta attuando il piano del ministero della Salute collegato al decreto vaccini.
Da 4 a 10 le vaccinazioni obbligatorie, i bambini con meno di sei anni che non saranno stati vaccinati non potranno andare al nido o all’asilo. Da sei anni in su la scuola è dell’obbligo e potranno comunque frequentare le lezioni, ma l’Asrem a quel punto ‘richiamerà’ i genitori che rischieranno una sanzione da 100 a 500 euro.
Non è tanto l’aspetto repressivo che interessa ai vertici della sanità molisana. Quanto quello più tipicamente della prevenzione. «Partiremo presto con una campagna promozionale e di sensibilizzazione, o meglio intensificando le iniziative e i servizi che noi già abbiamo in atto».
In stretta collaborazione con le istituzioni scolastiche, quindi, saranno organizzati incontri nelle classi a partire dall’inizio imminente ormai delle attività didattiche e nelle strutture territoriali dell’Asrem gestite dai distretti. Agli incontri ci saranno esperti, medici del dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria. La paura a cui Forciniti si riferisce è quella di tanti genitori che non vaccinano i figli perché ritengono che i medicinali utilizzati possano provocare conseguenze sulla salute, malattie devastanti come l’autismo. Nulla di scientifico c’è in questa paura, anzi la lotta degli Ordini dei medici alla diffusione di teorie di questo genere si sta facendo serrata. Ma i dati parlano chiaro: l’Italia è sotto la soglia che l’Organizzazione mondiale della sanità richiede. E al diminuire del numero dei vaccinati il rischio aumenta.
Il direttore amministrativo dell’azienda di via Petrella non esprime giudizi sul movimento no-vax. Non criminalizza, certo non giustifica ipotesi mai provate però. Evidenzia la necessità di «conoscere, di approfondire e acquisire un bagaglio anche tecnico, chiedendo e ottenendo risposte dal giusto taglio scientifico».
Da un lato, quindi, una campagna a tappeto per far capire cos’è una vaccinazione, a cosa serve, l’importanza della cosiddetta ‘immunità di gregge’. Dall’altro all’Asrem compete, dopo le novità introdotte dal decreto convertito in legge, il monitoraggio – adesso più capillare – delle vaccinazioni effettuate (o non effettuate) ai propri figli dopo aver ricevuto la ‘cartolina’ a casa. Sempre a contatto con le scuole, sarà messa in campo una maggiore attenzione.