Dopo aver trascorso una vita in divisa, da pochi giorni la conserva nell’armadio, da ora indosserà solo abiti civili. Dopo 37 anni di servizio, il luogotenente Giuseppe D’Amico, 57 anni, campobassano, comandante della Stazione carabinieri di Cercemaggiore dell’area di competenza della Compagnia di Bojano, è andato in pensione. Prima di Cerce ha diretto la Stazione di Guardiaregia.
Entrò nell’Arma dei Carabinieri nel 1980, dopo aver conseguito il diploma di ragioniere e perito commerciale, dapprima allievo Carabiniere alla Scuola di Campobasso, al termine del corso fu destinato al Battaglione di Gorizia, venendo poi aggregato a Benevento e Napoli per il servizio operativo di contrasto alla criminalità organizzata, camorra e terrorismo.
Dopo qualche anno di servizio al Nord fu stato trasferito in Campania alla Stazione di Morcone. Il 22 dicembre 1982 fu protagonista di un conflitto a fuoco con un pericoloso camorrista, dopo essere stato investito da questi a bordo di una Fiat 131. L’operazione si concluse con l’arresto del camorrista Renato Delle Donne affiliato di un potente clan. A seguito di ciò fu trasferito al Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Cerreto Sannita (BN). Nel 1985, dopo aver vinto il concorso per sottufficiali partecipò, presso la Scuola Sottufficiali di Velletri e Firenze al 38° Corso per vice brigadieri dell’Arma. A termine del periodo addestrativo fu destinato alla Stazione di Montefusco (AV), per assumerne, dopo qualche anno di permanenza, il comando.
Nell’ottobre del 1994, dopo l’efferato omicidio di Felice Colarusso, trasse in arresto pericolosi affiliati al clan Alfieri, l’operazione si concluse con il ritrovamento di 50 chilogrammi di esplosivo, cento detonatori, duecento metri di miccia, nonché armi comuni e da guerra. A seguito di questi avvenimenti alla Festa dell’Arma del 5 giugno 1997 presso la Scuola Allievi Carabinieri di Campobasso ricevette un Elogio scritto da parte del Comandante della Regione Carabinieri di Napoli generale Salvatore Fenu.
Vanta un Comando di Stazione ininterrotto da oltre 30 anni, nel corso dei quali ha concluso brillanti operazioni di servizio meritando l’apprezzamento dei superiori, della magistratura, delle popolazioni e delle autorità civili.
Ha frequentato corsi addestrativi in materia di antimafia nonché di attacchi Nuclei biologici chimici e radioattivi.
D’Amico si è distinto anche nel volontariato con iniziative di beneficenza e di solidarietà. Ha collaborato con il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio alla buona riuscita della missione umanitaria alla popolazione del Kosovo (maggio 2014) e del Libano (marzo 2015). È socio della Fondazione Mauriziana ed in possesso del diploma di merito «per la fedeltà dimostrata alle finalità statutarie della Fondazione Mauriziana e per la preziosa opera fornita a sostegno e salvaguardia del Sacrario Nazionale Mauriziano» di Pescocostanzo (AQ).
È stato insignito di numerose medaglie, tra queste: la Croce d’Oro dell’Arma dei Carabinieri, la medaglia Mauriziana d’Oro, la Croce Pro Ecclesia et Pontifice, alcune medaglie Commemorative Onu, inoltre è stato insignito Ufficiale al merito della Repubblica Italiana – Presidente Unci Sezione provinciale di Campobasso.
È sposato con una insegnante delle scuole elementari, i due figli sembrano seguire le orme paterne, infatti, il figlio Michele Fabrizio è varabiniere effettivo in servizio presso il Norm di Trento, la figlia Dafne, invece, si è arruolata nell’esercito italiano ed è in servizio presso l’11° Battaglione Conduttori Roma-Casilina e riveste il grado di caporale.
D’Amico è anche donatore di sangue e collaboratore della Croce Rossa Italiana, collabora, altresì, con alcune parrocchie tra Campobasso, Cercemaggiore e Larino.
Una carriera, quella svolta dal luogotenente D’Amico, condotta in modo esemplare sempre con una particolare attenzione alle persone, soprattutto le più deboli, con serietà, disponibilità e abnegazione, meritando encomi dai superiori e riconoscimenti da parte di comunità locale. Dalle colonne di Primo Piano Molise gli giungano i più sinceri auguri di una meritata pensione. Enzo Colozza

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