La pioggia di domenica pomeriggio non ha cambiato né migliorato nulla. Come se non avesse piovuto. Il livello dell’invaso del Liscione continua a scendere. Se non ci saranno precipitazioni significative, fra 15-20 giorni le istituzioni dovranno preoccuparsi e pensare a piani di emergenza.
Per ora, assicura Molise Acque, la situazione «presenta ancora una gestione piuttosto tranquilla».
Il commissario straordinario Massimo Pillarella non nega la condizione eccezionale e neanche i problemi legati ai guasti nella rete, alle dispersioni, al mancato completamento (ancora) del Molisano centrale (lo schema basso Molise che porta sulla costa acqua delle sorgenti e non più quella potabilizzata del Liscione). Però aggiunge, in relazione all’acquedotto per esempio, è ragionevole pensare, ora che sono ripartiti i lavori, che entro la prossima primavera l’opera – costata decine di milioni e attesa da anni – possa entrare in esercizio. E la prossima estate, al netto di altra siccità, non dovrebbe essere un calvario.
Le riserve sono comunque al minimo storico. Da 113 a 112 metri sul livello del mare in poche settimane: è la quota attuale dell’invaso di Guardialfiera. Tecnicamente, spiega Pillarella, l’impianto ‘pesca’ l’acqua molto in basso. Non c’è però ancora il problema della torbidità.
Al momento la gestione delle risorse idriche è già razionalizzata. Ed è stata ridotta la quantità di acqua conferita ai Consorzi di bonifica per l’irrigazione. Sotto controllo, la situazione, ma non senza conseguenze già per gli agricoltori. Oltre alla pioggia, fanno sapere i tecnici dell’ex Erim, anche un minore fabbisogno potrebbe alleviare la situazione o mantenerla comunque gestibile: per esempio, la partenza dei tanti turisti che hanno affollato il litorale farà diminuire i consumi in quella zona.
Intanto, oggi Molise Acque interrompe il flusso per lavori al torrino di presa della diga. Dalle 8 di stamattina al pomeriggio alle esigenze dei centri della costa e dell’immediato entroterra (Larino, Ururi, San Martino in Pensilis, Portocannone, Campomarino, Termoli, Guglionesi, Montecilfone, San Giacomo degli Schiavoni, Petacciato e Montenero di Bisaccia) dovranno far fronte le riserve comunali. «Mi hanno assicurato che tutti i Comuni hanno riserve adeguate per 8-10 ore, in tanto tempo abbiamo stimato l’intervento. Purtroppo era impossibile rinviarlo oltre, avremmo avuto problemi seri in caso di piena», ancora Pillarella. «Ho voluto però che venisse garantita l’informazione a tutte le popolazioni interessate, anche attraverso i social. Non si può scoprire che non c’è l’acqua aprendo il rubinetto come accadeva in tempi lontani. Il minimo in questi casi è assicurarsi che i cittadini siano informati», sottolinea il commissario.
Le condizioni climatiche dell’estate 2007 sono, oggettivamente, peculiari. Ma tanta acqua del Molise va alle regioni limitrofe. In alcuni casi, perché non vengono eseguiti i lavori di manutenzione, si perde nelle campagne. Come è accaduto qualche settimana fa in Campania. A guardare quelle immagini, in effetti, non si può cogliere il paradosso: l’oro del Molise sprecato nei campi della provincia di Benevento. E in quelli del basso Molise ne arriva meno perché le riserve sono al minimo storico. r.i.

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