Confermata la possibilità di un aumento delle accise sui carburanti fino a 5 centesimi al litro, su decisione del Governo italiano e allo scopo di far fronte alle spese per le emergenze, la Faib Confesercenti nazionale esplode indignata. “La ventilata ipotesi dell’aumento dell’accisa sui carburanti per finanziare la riforma della Protezione Civile, si configura come un atto di irresponsabilità economica che rischia di condurre il Paese verso la paralisi”, si legge nel sito dell’associazione, “l’attuale struttura della rete non sarebbe in grado di reggere un ulteriore contrazione degli erogati, dal momento che i gestori carburanti hanno perso nei primi tre mesi del 2012 il 25% del loro reddito. Siamo in una situazione di difficile sopravvivenza per oltre la metà degli operatori: un ulteriore aumento dei prezzi rappresenterebbe il colpo di grazia”.
Piena solidarietà dalla Faib Confesercenti del Molise, che annuncia lo stato di agitazione generale contro il paventato caro-benzina, già di per sé alle stelle. I commenti di Graziano D’Agostino, direttore regionale, e Matteo De Sanctis, presidente regionale, non lasciano spazio a giustificazioni: “Il Governo agisca responsabilmente – tuonano i due vertici dell’associazione – aumentare ulteriormente le accise di 5 centesimi vuol dire strozzare i cittadini, le attività produttive, gli autotrasportatori che utilizzano il carburante come bene primario e necessario per gli spostamenti. L’aumento del costo alla pompa vuol dire penalizzare, oltretutto, i gestori, che si trovano ad avere un ulteriore strepitoso calo delle vendite, che ha colpito la categoria già da qualche anno a questa parte. Infatti è opportuno ricordare che il gestore, in seguito agli aumenti continui, non trova alcun vantaggio economico, anzi il contrario: il suo esiguo margine di 4 centesimi pro litro erogato (la percentuale non è calcolata sul prezzo ma sull’erogato, appunto) non gli consente di pagare neanche le spese di gestione. Costringendolo, perciò, all’indebitamento con istituti di credito che, da parte loro, non concedono neanche più prestiti, forti del loro riconsolidamento interno. Senza considerare – continuano D’Agostino e De Sanctis – che i gestori molisani sono già penalizzati in quanto il costo è già colpito dall’accisa regionale, che è del 3%. A fronte di ciò, è evidente che non è questo il modo di rilanciare i consumi e la produttività delle aziende, né di ripagare i gestori che, esposti ai rapinatori e alle malattie provocate dalle esalazioni tossiche della benzina, svolgono praticamente un servizio di gratuita esazione delle tasse allo Stato, poiché il 97% circa del costo dei carburanti è dato dalle imposte e dalle tasse, e dal ricavo delle compagnie petrolifere. Una situazione esasperante ed inaccettabile”