Un quarto delle scuole italiane è senza manutenzione, solo il 7% è stata adeguata sismicamente.
Una scuola su quattro ha una manutenzione inadeguata e solo il 3% è in ottimo stato. Un quarto circa di aule, bagni, palestre e corridoi presenta distacchi di intonaco; segni di fatiscenza, come muffe ed infiltrazioni, sono stati riscontrati nel 37% delle palestre, nel 30% delle aule, nel 28% dei corridoi, nel 24% dei bagni. Questi alcuni dei principali risultati del XV Rapporto sulla sicurezza delle scuole, presentato a Roma da Cittadinanzattiva.
Il Rapporto fa il punto sulla sicurezza, qualità ed accessibilità delle scuole italiane, attraverso i dati del monitoraggio civico condotto su 75 edifici scolastici di 10 Regioni (Valle d’Aosta, Piemonte, Veneto, Lazio, Abruzzo, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna) e tramite la lettura di informazioni e fonti ufficiali. A questi si aggiungono i dati ricavati, per la prima volta, tramite l’istanza di accesso civico inviata da Cittadinanzattiva in 2.821 Comuni e Province, che, sulla base delle risposte pervenute, hanno permesso di censire 4.401 edifici scolastici di 18 Regioni, quindi anche del Molise. Dove i dati dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica aggiornati al 2017 dicono che il 73% dei plessi (in numeri assoluti 265) non è progettato o adeguato alle norme antisismiche. Sono 280, invece, quelli che non hanno il certificato di conformità (il 77% del totale). Ancora, in 256 casi (il 70%) manca la relazione geotecnica e in 234 (il 64%) quella geologica. La stessa percentuale, il 64%, delle scuole in cui è stata effettuata la verifica sismica: 233 su 365.
Per le scuole situate in zona sismica (oltre la metà), la situazione in Italia non è incoraggiante: solo un quarto ha l’agibilità statica, poco meno della metà il collaudo. In poco più di un quarto (27%) è stata realizzata la verifica di vulnerabilità sismica, obbligatoria dal 2013. Ben pochi gli edifici su cui sono stati effettuati interventi di miglioramento e adeguamento sismico: la media nazionale è rispettivamente del 12% e del 7%. Assai indietro il Lazio (3%) e la Campania (6% di scuole migliorate sismicamente e 4% adeguate).
Dal punto di vista della vulnerabilità sismica Umbria (59%), Abruzzo (51%), Molise (50%), e Liguria (49%) sono le regioni in cui le verifiche sono state effettuate in numero maggiore; mentre fanalino di coda sono Sicilia (0), Campania (4%), Calabria ed Emilia Romagna (8%), Puglia (11%).
Il quadro complessivo evidenzia un grave ritardo da parte di Comuni e Province, visto che la verifica di vulnerabilità sismica è stata resa obbligatoria con una ordinanza del 2003 e più volte prorogata fino al 31 marzo 2013. Ben pochi gli edifici su cui sono stati effettuati interventi di miglioramento e adeguamento sismico: la media nazionale è rispettivamente del 12% e del 7%. Assai indietro il Lazio (3%) e la Campania, con il 6% di scuole migliorate sismicamente e il 4% adeguate.

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