Da quattro a due partecipazioni, il Comune di Campobasso dimezza la presenza in organismi societari non sempre ‘strategici’. A Isernia riduzione ancora più drastica: da cinque a un’unica partecipata.
Il dossier del Sole 24 Ore, pubblicato ieri nei macronumeri sul cartaceo in edicola e nel dettaglio per ogni regione sul sito del quotidiano di Confindustria, fa il punto sulle dismissioni in 86 Comuni capoluoghi di provincia delle Regioni a statuto ordinario. Spulciando i piani di razionalizzazione delle amministrazioni interpellate, viene fuori che in media diranno addio a una società su tre.
Per esempio: Roma esce dall’aeroporto di Fiumicino, Torino lascia Caselle, Napoli vende la partecipazione in Capodichino. Ma oltre che dagli aeroporti, i sindaci stanno decidendo di uscire da molte partecipazioni in fiere, autostrade e agenzie territoriali.
Il termine per approvare i tagli è scaduto il 30 settembre, molte amministrazioni però sono arrivate in affanno. Nelle prossime ore si prevede una ‘pioggia’ di altre approvazioni. Quelli censiti dal report del Sole, approvati già o in corso di elaborazione, riguardano 1.204 partecipazioni e spiegano che 370 saranno cedute, liquidate o fuse. La razionalizzazione riguarderà quindi poco meno di una partecipata su tre, ma con intensità diverse da zona a zona. Le percentuali medie crescono nel Centro-Sud: i capoluoghi di Molise, Campania e Lazio prevedono di tagliare più di metà delle loro partecipate. In Emilia-Romagna, l’area più “conservatrice”, il riordino riguarderà solo un’azienda su cinque.
Qual è la situazione di Campobasso e Isernia? Palazzo San Giorgio dimezza le partecipazioni. In particolare dice addio al Consorzio Celestiniano. Con il versamento di una azione del valore di 200mila lire (103,26 euro attuali) vi aderì nel 1997 per valorizzare la cultura storico-religiosa legata alla figura di Papa Celestino V. «Un progetto – spiega Il Sole – che prevedeva anche un sistema di ricettività a basso costo per il turismo religioso in vista del Giubileo del 2000». Nel piano di riorganizzazione delle partecipate, Campobasso ha deciso il recesso da questo organismo e anche per la quota del 17,24% nel Consorzio per il nucleo di industrializzazione Campobasso Bojano.
Il Comune guidato da Antonio Battista mantiene, invece, la Sea Servizi e Ambiente (rifiuti e sgombero neve) e lo 0,037% della Banca Popolare delle Province molisane, in ragione dello «scopo sociale» proprio dell’istituto.
A Isernia, invece, Palazzo San Francesco ha previsto l’alienazione del suo 0,07% della Banca popolare delle Province molisane, del 7,3% di Molise sviluppo, del 10,99% dell’agenzia Sfide e del 2,5% del Consorzio Copris (enti che si occupano dello sviluppo del territorio o della tutela ambientale). L’amministrazione con a capo Giacomo d’Apollonio terrà, al contrario, la quota pari a mille euro nel Gal Molise Rurale, nato a ottobre 2016 per lo sviluppo del territorio.