Ottobre come un mese estivo. E l’estate 2017 è stata quella della siccità. Le sorgenti si stanno riducendo. La diga del Liscione fa segnare più o meno 111 metri sul livello del mare, a fine agosto segnava almeno mezzo metro in più. Adesso è emergenza e riguarda tutta la regione, non solo la parte servita dall’invaso di Guardialfiera.
Le previsioni meteo, da qui a 15-20 giorni, non lasciano ben sperare. Evidentemente, le precipitazioni che i previsori segnalano sul Molise a partire da lunedì non sono ritenute così significative da cambiare radicalmente la situazione. La situazione, d’altro canto, è arrivata proprio al limite e per riportare invasi e sorgenti alla portata necessaria a un servizio ottimale ce ne vorrà.
Molise Acque ha attivato perciò il piano di emergenza. Una nota a tutti i Comuni ha avvisato che di qui a una settimana partirà il razionamento. L’ente di via Depretis ridurrà gradualmente la portata del flusso idrico che riversa nelle reti comunali. «Abbiamo voluto avvisare gli amministratori per tempo – spiega l’ingegner Carlo Tatti, dirigente all’Azienda speciale della Regione – Ridurremo l’approvvigionamento avviando la razionalizzazione. Siamo orientati a piccole riduzioni, poi monitoreremo le previsioni del tempo. Se le cose cambieranno in meglio, il programma sarà naturalmente rimodulato».
Per avere un ordine di idee, si partirà con una riduzione del 5% dell’approvvigionamento che Molise Acque fornisce ai Comuni. Se non dovesse bastare a garantire l’equilibrio del flusso idrico, si dovrà andare gradualmente oltre.
Saranno i sindaci, quindi, a decidere insieme alle loro strutture tecniche come gestire il taglio. Se disporre l’interruzione durante le ore notturne o in altre fasce della giornata, quando si ipotizza che il fabbisogno sia minore. In realtà, sono molti i Comuni che già chiudono i serbatoi di notte per evitare le dispersioni. Le reti di città e paesi sono, infatti, notoriamente (dove più e dove meno) quasi colabrodo. L’ultima conferma in ordine di tempo è arrivata dal dossier sull’Ecosistema urbano di Legambiente: a Campobasso si perde per strada il 68% dell’acqua immessa dal Comune nella propria rete idrica.
I provvedimenti fin qui presi in via eccezionale o comunque per tamponare le difficoltà già esistenti nei prossimi giorni, per quanto d’emergenza, assumeranno contorni più stabili: dall’ex Erim arriverà meno acqua perché le riserve sono in sofferenza. Di qui l’invito ai sindaci e, attraverso loro alle comunità, a usare l’acqua con oculatezza e solo quando serve davvero. Mai come ora è una risorsa preziosa.
Un’emergenza con cui il Molise non avrebbe mai immaginato di avere a che fare. Un territorio ricchissimo di acqua, che però la fornisce anche alle regioni vicine. E che ha una rete idrica non all’altezza. Anche le risorse che finiscono nei serbatoi dei ‘vicini’, inoltre, non scampano a sprechi incomprensibili ed evitabili. A inizio agosto un guasto a una cabina dell’acquedotto a Gioia Sannitica causarono la dispersione di migliaia di litri di acqua al secondo. Il flusso impressionante, documentato da immagini che fecero il giro del web, proveniente dal Molise allagò campi e strade. Per giorni, il guasto non fu riparato.
Un paradosso che costa. Perché adesso il Molise si trova a far fronte all’emergenza idrica. Per i prossimi 20 giorni, acqua razionata. E anche nelle città, che hanno sul proprio territorio ospedali, aziende e altri luoghi ‘sensibili’, i rubinetti resteranno a secco in alcune ore della giornata. Perché non c’è più abbastanza acqua.
r.i.

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