Si è tenuta nelle scorse ore una riunione del direttivo provinciale e regionale della Uilposte Molise. Al vaglio dell’incontro, l’ipotesi del rinnovo contrattuale per i lavoratori della categoria. «Un buon risultato – fanno sapere dal sindacato – soprattutto alla luce di come nel documento siano stati tenuti fuori gli aspetti negativi del Jobs Act».
«Possiamo parlare – il commento del segretario regionale Aniello Pascarelli – di un buon risultato arrivato dopo 18 mesi di trattative e confronto con le altre sigle sindacali. Dopo 23 mesi di scadenza contrattuale, è infatti stato raggiunto l’obiettivo che si identifica come una buona risposta, sia sotto l’aspetto economico, sia perché nel rinnovo si è cercato di migliorare gli istituti giuridici del Jobs Act e, infine, perché è stata vinta una prima battaglia contro il precariato in Poste italiane. Battaglia condotta innanzitutto dalla Uilposte, attraverso il contestuale accordo tra le parti che prevede 6.000 nuovi posti di lavoro tra conversioni in full time, stabilizzazione dei tempi determinati, processi di mobilità».
Tuttavia – ancora dal sindacato -, l’attenzione della Uilposte resta alta sulle numerose problematiche del servizio di recapito nella regione Molise, al momento relative soprattutto alla provincia di Campobasso dove, dal 13 giugno del 2016, il servizio è stato riorganizzato. Ancora una volta a tornare alla ribalta è l’inerzia gestionale della cosiddetta Ram 3, l’ufficio che dirige la Divisione Pcl – Servizi postali – del Molise.
«Non è possibile – rimarca il segretario – effettuare un taglio indiscriminato sulle spalle di cittadini e lavoratori e a discapito della qualità del servizio. Con l’attuale organizzazione del recapito moltissimi molisani vedono recapitarsi la posta anche dopo una settimana di distanza o, con una scadenza temporale ancora maggiore in occasione delle festività. Ci sono, inoltre, i portalettere che operano senza più orari, nonostante il contratto di lavoro dica il contrario. Si tratta, insomma, di una situazione insostenibile per la quale la Uilposte intende sensibilizzare l’azienda e la politica locale. Ciò che il sindacato chiede – conclude Pascarelli – non è arrestare il fenomeno della riorganizzazione, perché siamo consapevoli della necessità di una riorganizzazione nel servizio di recapito. Ma essa non può che avvenire tenendo conto delle necessità e delle peculiarità del territorio».