Circa 200 insegnanti hanno chiesto l’assegnazione provvisoria in Molise, la metà se l’è vista negare. Lavorano fuori regione, nonostante la presenza di posti in Molise. Lavorano dove sono stati assunti in base alla riforma ‘Buona scuola’, «pilotati da un algoritmo smascherato ormai nel suo sistema fallace». È stata presentata ieri l’associazione ‘Nastrini liberi uniti Molise’ formata da docenti che, in seguito alla mobilità nazionale stabilita dalla legge 107, sono stati «forzatamente trasferiti in altre regioni italiane».
All’incontro con la stampa anche i parlamentari Danilo Leva (che ha presentato di recente un’interrogazione alla ministra Fedeli per sollecitare la soluzione del problema) e Roberto Ruta. A loro e alle istituzioni locali l’associazione – guidata da Michele di Giglio – si rivolge perché si intervenga concretamente per far tornare a casa i prof assunti fuori.
«Bisogna che ci sia un intervento della politica, di quanti si candidano a governare il Paese e la Regione – ha aggiunto dando manforte il segretario regionale della Flc Cgil Pino La Fratta – Noi raccogliamo dichiarazioni anche forti da parte di prof che si sentono abbandonati. Perché c’è stato un ricatto che è questo: immissione in ruolo ma necessità di trasferirsi a centinaia di chilometri di distanza, nonostante i posti ci siano».
Una vera e propria emergenza, quella che il comitato chiama «la questione “esilio forzato”»: si tratta, ha evidenziato Di Giglio, di intere famiglie in difficoltà e sofferenze concrete.
Ci sarebbe anche chi è pronto a dare le dimissioni. Il contratto sulla mobilità 2018-2019 ha lasciato aperte due questioni. Intanto, la mobilità annuale e la contrattazione integrativa per le assegnazioni provvisorie. Sotto questo aspetto ‘Nastrini liberi uniti’ chiede che la contrattazione decentrata regionale preveda tutte le soluzioni possibili per agevolare il rientro del numero massimo di docenti nelle assegnazioni provvisorie.
Inoltre, il finanziamento di 150 milioni fissato dalla legge di Bilancio 2018 per aumentare i posti in organico di diritto dovrebbe essere «riservato in via prioritaria ai docenti esiliati». Inoltre ‘Nastrini liberi uniti’ auspica la trasformazione da posti di fatto (su cui lavorano i docenti in assegnazione provvisoria) a posti di diritto dei posti comuni e di quelli di sostegno in deroga. In definitiva e più in generale, l’augurio di Di Giglio è che «la questione “esilio forzato” entri a far parte dell’agenda del nuovo governo, che si inverta la rotta di questi anni e si cerchino soluzioni concrete, fattibili e definitive a tutte le problematiche legate all’attuazione della legge 107».