Per il Molise, mille è un numero imponente. Sono circa mille i nuclei familiari che hanno fatto domanda per accedere al reddito di inclusione, la misura contro la povertà. Precisamente, 981.
Mille famiglie povere e il numero è relativo solo a un mese. «Non sono davvero poche. Dimostrazione che il disagio sociale è diffuso e la povertà morde le nostre comunità», il commento della segretaria Uil Tecla Boccardo.
A livello nazionale, dal 1 dicembre al 2 gennaio sono state 75.885 le richieste. Le regioni con il maggior numero di domande sono la Campania, con il 22%, seguita dalla Sicilia, 21,4%, e dalla Calabria,14%. Più di 5.000 domande sono state trasmesse da Lombardia (7%) e Lazio (6,9%). Anche il dato del Molise, l’1,3 %, è consistente, soprattutto se rapportato con la popolazione residente: più dell’intera Emilia Romagna, del Friuli Venezia Giulia, della Liguria, delle Marche, dell’Umbria.
La situazione era evidente, spiega Boccardo, perché i Caf hanno segnalato da subito la «la folla di cittadini presso le nostre sedi per avere informazioni e, soprattutto, per procurarsi l’indispensabile certificazione Isee».
Il Rei, per la Uil, è «un primo passo verso la costruzione di una misura capace di raggiungere molti di coloro che versano in condizione di povertà, non è che il primo tassello verso l’istituzione di una rete della protezione e dell’inclusione sociale».
Quindi, la proposta operativa: «Deve essere proprio una istanza di confronto a livello regionale lo strumento per mettere a punto una strategia univoca nazionale-regionale di contrasto alla povertà e al disagio sociale» e serve «l’impegno di tutti per trasformare una misura passiva in una straordinaria opportunità di politica attiva del lavoro. Perché solamente con il lavoro, e non solo con la distribuzione temporanea di qualche soldo, si offre una possibilità di affrancamento dalla povertà e dal bisogno a centinaia di molisani».
In conclusione, «lo stanziamento economico è troppo limitato, il ddl povertà dovrà essere dotato di respiro maggiore, servirà un piano di azione pluriennale, occorre declinare il carattere universalistico di ogni intervento di contrasto al disagio sociale. Ma, nel frattempo, qualcosa c’è, un migliaio di molisani ci conta».