La signora ha fatto pazientemente la fila, è mattina presto ma al Cardarelli sono già in tanti davanti allo sportello. Finalmente arriva il suo turno. Quelle analisi la impensieriscono un po’, ma proprio per questo ora sono urgenti. Basta rinviare. E invece deve rinviare. Con sé ha un po’ di contanti e il bancomat. Ha una certa età ma si è convertita bene alla modernità, il bancomat è comodo, veloce ed evita di portare troppi soldi addosso. Contava di pagare con quello. Non può, l’ospedale regionale del Molise non ha il Pos per i pagamenti elettronici.
L’anziana prova a resistere: “Non mi bastano i soldi che ho, come faccio? Le analisi devo farle, per favore…”. Impossibile, la donna che ha di fronte non sa come potrebbe aiutarla. “Abbiamo chiesto più volte ai capi”, le risponde indicando i piani superiori. “Però non ce l’abbiamo ancora l’apparecchio per far pagare con il bancomat o le carte di credito, mi dispiace”.
E così l’anziana deve arrendersi, più demoralizzata che arrabbiata se ne va. Dovrà tornare.
Non solo il Cardarelli è sprovvisto di pos. Anche il distretto di Campobasso. Potenzialmente tutte le strutture dell’Asrem. In questi due casi (Cardarelli e distretto) ci sono state segnalazioni a Primo Piano, ma l’intoppo – spiegano dalla direzione amministrativa dell’azienda sanitaria – sta nel fatto che nel contratto che lega l’Asrem alla banca tesoriera non è compreso il servizio.
E dire che per i commercianti, i ristoratori, i professionisti, le imprese il Pos è obbligatorio. Lo è in generale per chi opera a diretto contatto con il pubblico. Si rischiano sanzioni pesanti.
Senza contare che la sanità molisana è alle prese con il riordino e che un altro ‘Pos’ – acronimo di programma operativo straordinario – ha come obiettivo di far diventare prestazioni e strutture sostenibili e di qualità. Oltre che più moderne e orientate alle esigenze dei pazienti. Fra queste esigenze ci sono quelle assistenziali e di salute, ma pure la possibilità di pagare col bancomat un’analisi o una visita. Come in qualsiasi laboratorio o studio medico privato, per esempio. Invece, ci si rivolge alla sanità pubblica e si torna indietro di decenni. Paradossale, oltre che controproducente.
L’esempio della signora costretta a rinunciare alla prenotazione perché non aveva tutti i contanti è solo uno dei tanti che si ripetono quotidianamente al Cardarelli. E che vengono segnalati a via Petrella anche dal distretto sanitario del capoluogo.
A breve sarà bandita la nuova gara per la tesoreria e fra i servizi richiesti, assicura il direttore amministrativo dell’Asrem Antonio Forciniti, ci sarà anche il Pos. Ma nel frattempo, aspettiamo il nuovo tesoriere? “No, certo. Alla banca che oggi ci fa da tesoriere chiederemo di inserire questo servizio. Me ne occuperò lunedì”, le parole di Forciniti due o tre giorni fa. Quindi, oggi.
ritai