Il governatore Paolo Frattura lo aveva annunciato nella conferenza stampa di fine anno. Finora finanziata da Roccaravindola a Isernia (con 30 milioni del Patto per il Molise), per l’elettrificazione della rete ferroviaria il ministero dei Trasporti ha messo altri fondi a disposizione.
Lo stanziamento ulteriore è pari a 50 milioni e completa così l’investimento su ferro che la Regione ha voluto realizzare insieme al governo nazionale.
Stamattina il presidente della giunta e l’assessore Pierpaolo Nagni illustrano «nuovi progetti, investimenti e scenari futuri per la rete ferroviaria molisana».
La rete a binario unico e non elettrificata è il gap principale per il collegamento ferroviario in Molise. I treni che possono viaggiarvi, anche i più moderni Minuetto o Swing, sono diesel e quindi costretti alla velocità imposta dall’infrastruttura. La linea veloce per i molisani comincia alle porte del Lazio.
Il progetto collegato all’elettrificazione è la tanto contestata ‘metropolitana leggera’: i lavori del primo lotto (23 milioni) sono già partiti e l’ammodernamento dei binari e delle stazioni è propedeutico all’elettrificazione vera e propria. Questa scelta ha messo sul binario giusto – hanno più volte evidenziato Frattura e Nagni – l’idea di investire sulla rete elettrica. Più credibile agli occhi del governo nazionale perché il Molise, con fondi propri, ha cominciato a preparare il terreno con quello che per la giunta è il progetto di velocizzazione della rete da Matrice a Campochiaro.
Definita la scelta di puntare sull’elettrificazione, confermata con lo stanziamento del Ministero guidato da Delrio, ora Regione e Mit firmeranno l’accordo con Rfi per la realizzazione del progetto che porterà – questo l’obiettivo dichiarato – i molisani a viaggiare su treni finalmente comodi e veloci. Il viaggio verso Roma non sarà più un incubo. Altro obiettivo è che i lavori siano conclusi in tempi ragionevoli: per portare il Molise a viaggiare a una velocità normale non si possono impiegare tempi biblici.

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