Non sarà una ‘lezione’ in senso canonico. Con docenti da un lato e gli studenti ad apprendere di fronte a loro. Sarà un confronto, un trasferimento di esperienze ed esempi concreti. Esempi di vita votata alla costruzione della legalità, esempi di lotta alle mafie.
Lunedì pomeriggio, nell’aula magna del liceo Classico “Pagano” di Campobasso, l’Ufficio scolastico diretto da Anna Paola Sabatini metterà intorno allo stesso tavolo il procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho, il segretario generale della Cei Nunzio Galantino e i vertici della magistratura molisana.
Direttore Sabatini, avete scelto come titolo dell’iniziativa “A lezione di coraggio”: perché?
«Si evince dalle cronache ma anche dall’esperienza soggettiva di ciascuno di noi ognuno nel suo ruolo, quindi famiglia, scuola e istituzioni: c’è un fenomeno di massivizzazione e collettivizzazione troppo spesso negativa dei nostri giovani alimentata da una diffusione pervasiva dei social. La sempre maggiore diffusione di un individualismo esasperato comporta incapacità di vedere l’altro nella sua vera realtà, di entrarci in empatia, di dialogare, di avere delle relazioni umane vere. Dall’altro, l’idea del branco mediato da strumenti fittizi quali i social, fa perdere ai nostri ragazzi la capacità di essere individualisti laddove serve in positivo, ovvero la capacità di riflettere con la propria testa, con i propri strumenti anche sul valore e sull’opportunità delle proprie azioni. Ci si adegua in maniera acritica e passiva a quello che il gruppo e i social veicolano. Serve coraggio per fare scelte di legalità e di giustizia – che sono due cose diverse, lo spiegheremo lunedì – Serve la forza interiore di prendere le distanze dal branco per fare scelte lì per lì impopolari, perché il branco è pronto ad additare, ma che però poi possano pagare chi le fa in positivo».
Puntate sulle testimonianze per rendere più incisivo il messaggio?
«Sì. Non sarà una lezione cattedratica, proporremo testimonianze di persone che quotidianamente vivono la lotta all’illegalità, alle mafie, pagando non solo con la paura costante per se stessi e le proprie famiglie, ma anche con una restrizione della propria libertà personale. Testimonianze anche positive, di obiettivi che col sacrificio si possono raggiungere. Perciò abbiamo voluto personaggi autorevoli: il procuratore nazionale Antimafia è alle sue prime uscite, il segretario della Cei è da sempre impegnato su questi temi, il Papa ha appena costituito anche un gruppo sulla corruzione, quindi è un tema molto sentito anche all’interno del mondo cattolico. Testimonianze non solo autorevoli ma anche credibili.
Insieme a loro protagonisti anch’essi autorevoli del nostro territorio, il procuratore generale Guido Rispoli e il procuratore di Campobasso Nicola D’Angelo. La scuola vuole condividere questo importante evento con la comunità di appartenenza, interpretando appieno il ruolo di scuola comunità».
Tante le iniziative che lei ha fin qui realizzato, da quando è a capo dell’Usr Molise, sulla legalità. È un obiettivo di mandato?
«Sicuramente lo è. È la priorità formativa del mondo contemporaneo perché parlare di legalità oggi vuol dire parlare di tanti temi: di famiglia, cittadinanza, sviluppo della coscienza civile e della coscienza civica, senso dello Stato. Tutti principi di cui i nostri studenti oggi hanno tanto bisogno. Credo sia il macro obiettivo all’interno del quale collocare gli apprendimenti disciplinari.
Personalmente sono molto impegnata su questo tema, ho fatto parte di commissioni ministeriali sull’educazione alla legalità. E sabato (oggi, ndr) coordinerò i lavori della tavola rotonda presso il tribunale di Vasto in cui saranno presentati anche atti, riguardanti il rapporto di Falcone e Borsellino con il Csm, che sono stati desecretati. Una tavola rotonda autorevole a cui prenderà parte il vice presidente del Csm Legnini. Falcone e Borsellino sono diventati i protagonisti dei nostri percorsi educativi perché sono la testimonianza più conosciuta e riconoscibile della lotta alle mafie e per la legalità vissuta purtroppo con il sacrificio della vita».
Nonostante i tentativi di infiltrazione malavitosa, il Molise è tutto sommato ancora un territorio sano. La presenza di rappresentanti istituzionali ai massimi livelli porta la regione sulla stampa nazionale. Un ruolo di stakeholder del Molise, in questo caso, per l’Ufficio scolastico.
«Sì, c’è la volontà di aggiungere valore dando valore: partire cioè dalle specificità positive di questo territorio che presenta criticità come tutte le realtà ma l’altra faccia della medaglia, sicuramente la più marcata, è quella di un territorio che può essere ancora preso ad esempio di valori solidi, che riescono a far presa anche sulle giovani generazioni. Il nostro compito è salvaguardare il bagaglio valoriale positivo di cui questa regione è portatrice e far sì che questo messaggio di positività venga recepito e quindi ribaltato direttamente su un piano nazionale con esponenti nazionali. Creare l’opportunità che il Molise possa essere conosciuto direttamente da chi può sfatare un po’ di comunicazione superficiale che a volte viene fatta partendo dall’esperienza di personaggi autorevoli perché poi bisogna pure valutare chi fa determinate affermazioni. In questo caso siamo in ottime mani. Dalla scuola può partire la volata per tutta la regione».
r.i.
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