A metà settimana la definizione delle candidature per le politiche. Il centrodestra regionale è entrato in fibrillazione. A mostrare nervosismo sono soprattutto i movimenti più piccoli, ma la causa dei malumori è localizzata nei grandi partiti. Le scelte interne a Forza Italia, in particolare, hanno rotto l’equilibrio fin qui raggiunto (con non poca fatica).
Stando alle indiscrezioni, sempre più insistenti nelle ultime ore, la causa del contendere sarebbe il collegio maggioritario di Isernia. Per il seggio uninominale della Camera l’eurodeputato Aldo Patriciello vedrebbe bene la candidatura di Mario Pietracupa. Anzi, sussurrano i bene informati, Patriciello avrebbe rivendicato per la sua area quel posto e indicato il nome del cognato. Patriciello ha ribadito più volte: non tocca a me fare i nomi. Però – racconta qualche colonnello del centrodestra – il gradimento per la soluzione sarebbe stato espresso. Il che, come è facilmente intuibile, ha riacceso polemiche fin qui rimaste sottotraccia, derubricate a chiacchiere da bar ma che ora invece prendono il sopravvento.
Gli alleati di Forza Italia – che con Patriciello hanno condiviso l’esigenza di discontinuità alle regionali tanto che l’ex presidente Iorio convinto di riproporsi è ancora fuori dal tavolo dei partiti – sono entrati in allarme: troppo spazio, questo è il timore che circola, all’eurodeputato. Tutti ne riconoscono il carisma e l’innegabile potere politico, oltre a una macchina organizzativa assai rodata. Ma, si sa, in politica nessuno è disposto a cedere caselle e a vedere crescere l’influenza degli altri. E, soprattutto, il fatto che l’election day sia sfumato (e quindi per le regionali a meno di miracoli si voterà ad aprile) ridà fiato agli avversari di Patriciello. Cosa farà l’onorevole per le regionali?
Per il collegio maggioritario di Isernia c’è un’altra indicazione e riguarda la coordinatrice azzurra Annaelsa Tartaglione. Sarebbe il presidente Berlusconi a volerla, d’altro canto è prassi che i coordinatori regionali scendano in campo alle politiche. Il Cav ha voluto Tartaglione coordinatrice per dare l’idea di un partito rinnovato, lo stesso sarebbe intenzionato a fare per la corsa a Montecitorio.
Idillio finito fra Patriciello e Tartaglione? I due, finora, hanno lavorato nella stessa direzione. La giovane responsabile di FI non ha chiuso le porte a Iorio, anzi ha sempre sostenuto la necessità di unire il più possibile. Allo stesso tempo, però, proprio perché l’ex governatore incontra una serie di ostacoli nella coalizione, ha tenuto la barra dritta su una soluzione diversa. Che dovrebbe essere il giudice Vincenzo Di Giacomo. La scelta delle candidature, come era intuibile, vede allontanarsi le posizioni di Patriciello e Tartaglione: ognuno, raccontano dal centrodestra, è rimasto sulle sue posizioni.
A sbrogliare la matassa sarà Roma. E quello interno a Forza Italia non è l’unico braccio di ferro. In Fratelli d’Italia ambiscono sia Di Sandro sia Della Porta. Per l’area Lega (che comprende come ripartizione interna allo schieramento anche i Sovranisti) Mazzuto, Fusco e Mancini. E poi ci sono Marone (quarto polo) e Niro. Naturalmente, sono i conti che riguardano il maggioritario. Tre posti a disposizione, pretendenti molti di più.
ppm