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Oggi pomeriggio ha avuto luogo presso la sala Giunta dell’ente il primo incontro sulla vertenza Poste Italiane. Fortemente voluto dal presidente De Matteis, il tavolo ha fatto seguito alla riunione interlocutoria sul medesimo argomento, dello scorso 23 marzo, dove a fronte delle richieste sindacali, l’appello fu raccolto solo da Palazzo Magno che delegò il consigliere Alessandro Di Labbio.  Oltre al presidente De Matteis e a tutte le sigle sindacali (eccezione per la Cgil), hanno raccolto l’invito i consiglieri Di Labio e Colagiovanni e il deputato Anita Di Giuseppe. “Come ente promotore di interventi in materia di lavoro, disagi e tutela dei servizi pubblici essenziali – ha dichiarato il presidente –  abbiamo a cuore le sorti del sistema delle Pt che specie nel Molise necessitano di un quadro chiaro. Abbiamo deciso di avviare un dialogo, un confronto con i sindacati e l’azienda al fine di capire e di riuscire a renderci conto di come sia la situazione odierna delle Pt e soprattutto per cercare di frenare eventuali o già acclarati tentativi di chiusure e ridimensionamento servizi. Per questo, ho deciso di convocare un altro tavolo tecnico entro il mese, al fine di coinvolgere il maggior numero di amministrazioni possibili e avviare un discorso che ci ha visti già protagonisti come ente intermedio per altre vicende come ad esempio la Cantieri Navali”. “Viviamo una situazione di profondo imbarazzo e preoccupazione – ha dichiarato il consigliere Alessandro Di Labbio –  in quanto pare siano in previsione ben  40 chiusure di sportelli che specie nei piccoli centri, rapprendano uno dei pochi, se non l’unico, insieme al Municipio, servizio pubblico. Pertanto abbiamo scelto di affrontare di pugno la situazione e sono grato a De Matteis che segue le sorti sociali del territorio nonostante le nostre competenze di base. Quindi siamo intenzionati a dare battaglia sia sul piano di ristrutturazione postale presente che sul piano futuro, tenuto conto che il Molise vive tra la gestione commerciale, del personale e del flusso depositi, una dislocazione che ci sballotta tra Bari, Pescara e Roma. Ditemi voi se una regione può accettare una confusione che non porta nulla di positivo in termini di servizi e tutela del cittadino contribuente”.

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