“Da maggio dello scorso anno non percepisco più l’assegno di invalidità civile di 450 euro, era l’unica entrata per sostenere la mia famiglia”, è l’amaro commento di Remo Romano, 42enne, con moglie anch’essa disoccupata e tre figli tutti minorenni. L’uomo è affetto da una paresi al piede sinistro dovuto alle conseguenze di un’operazione alla schiena a causa di un’ernia. Per quell’intervento chirurgico sbagliato da sette anni pende un giudizio presso il Tribunale di Cassino. Prima lavorava presso un’azienda casearia locale, ma da allora a seguito della patologia all’arto inferiore ha dovuto lasciare l’attività. Gli era stata riconosciuta un’invalidità del 75% con la corresponsione della citata pensioncina che, anche se minima, rappresentava comunque una piccola entrata sicura per le necessità più urgenti della sua famiglia. “All’inizio dello scorso anno – ha proseguito Romano – sono stato sottoposto a visita di controllo da parte dell’Inps, subito dopo mi è stata comunicata la revoca dell’assegno di invalidità. Ho fatto ricorso. Ho fatto una nuova visita specialistica, inviando i risultati all’Inps, ma a quanto pare la documentazione dorme in qualche cassetto”.

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