Sta girando l’Italia in camper con il suo tour ‘Il futuro in programma’. Oggi Alessandro Di Battista fa tappa a Larino. Alle 11 in piazza del Popolo (in caso di pioggia al cinema teatro Risorgimento) ‘Dibba’ illustra il programma dei 5 Stelle. Con Primo Piano una chiacchierata alla vigilia. Che non può che partire dall’attualità.
Parliamo subito di ‘rimborsopoli’, Di Battista. Ha confessato di essere incazzato. Secondo lei, quanto lo sono i vostri attivisti per questa vicenda?
«Sull’argomento ho già espresso il mio pensiero più volte e molto chiaramente. Nel Movimento, ad esclusione di alcune persone che con noi hanno chiuso, doniamo parte dei nostri stipendi alle piccole e medie imprese, creando migliaia di posti lavoro, e di questo vado fiero. Gli altri politici si tengono tutto lo stipendio, si beccano il vitalizio e i partiti attingono a piene mani al finanziamento pubblico ai partiti. Mi sembra tutto molto chiaro»
Non c’è alcun reato, dice il Movimento 5 Stelle. Ed è vero. Ma quanto vale per voi il tradimento della fiducia, visto che della diversità dagli altri avete fatto un tratto distintivo, un brand?
«Vale tanto quanto è ampia la differenza tra noi e i partiti politici e i loro uomini. Chi da noi non rispetta le regole è fuori, subito. Dall’altra parte abbiamo il Pd con la dinasty giudiziaria dei De Luca e Silvio Berlusconi, che pagò Cosa Nostra come conferma la sentenza in via definitiva al processo Dell’Utri».
Come risponde a chi in questi giorni dice che non siete diversi dagli altri?
«Che prova a gettare fumo negli occhi dei cittadini. Che noi abbiamo un codice etico molto severo e che lo facciamo rispettare. Gli altri sono esattamente gli stessi che negli ultimi 25 anni si sono mangiati il Paese. Cercano di convincere i cittadini che così fan tutti perché non vogliono smettere di spartirsi la torta».
Perché gli italiani, nonostante questa vicenda, dovrebbero avere fiducia in M5S e votarlo il 4 marzo?
«Perché la nostra integrità complessiva non è stata scalfita e perché siano gli unici a poter realizzare un programma di governo che consenta all’Italia di rimettersi in piedi e ripartire».
Lei non si è ricandidato, ma resta uno dei riferimenti più amati del popolo dei 5 Stelle ed è impegnatissimo nella campagna elettorale. Perché non vuole tornare in Parlamento in questa legislatura?
«Ho deciso di prendermi una pausa e di fare altro insieme alla mia famiglia. Ma non lascio il Movimento, che per me è una seconda pelle, e la politica, che si può e deve fare anche al di fuori delle istituzioni. Guai se la politica fosse appannaggio solo dei cosiddetti professionisti: la politica ci riguarda tutti e dobbiamo occuparcene tutti».
M5S è pronto a governare: che Paese proponete agli italiani in termini programmatici e di prospettiva?
«Un Paese finalmente normale, dove la politica sia al servizio dei cittadini e non del proprio interesse o di quello degli amici potenti. Un Paese dove i prepotenti devono temere la forza dello Stato e i più deboli vengono tutelati. I Paese che garantisca i diritti sociali a tutti, dal quale i giovani non siano costretti a fuggire e dove il pubblico torni a investire in sanità, istruzione e trasporti. Vogliamo un’Italia con una vera legge sul conflitto di interessi e dove la corruzione venga aggredita con durezza, così da tutelare tutti quegli italiani onesti che da questo sistema incancrenito vengono penalizzati e messi all’angolo».
Quali sono i punti di forza della squadra molisana che M5S presenta per le politiche?
«C’è una squadra formata da persone competenti, che conosce molto bene il territorio e i suoi problemi, che si batte per affermare valori nei quali ci riconosciamo tutti e che in qualche caso ha già accumulato un’esperienza fondamentale: quella di aver già lavorato in Consiglio regionale. Il Movimento molisano si è guadagnato sul campo la possibilità di provare a guidare il Molise».
Qual è il punto del vostro programma che lei ritiene più adatto al rilancio di piccole realtà territoriali come la nostra?
«La separazione tra banche commerciali e banche d’affari e la creazione di una banca statale per gli investimenti. La prima misura serve a tutelare il risparmio dei cittadini, la seconda per il rilancio dell’economia e, soprattutto, per sostenere la piccola e media impresa».
Il 5 marzo l’Italia si sveglierà con Di Maio premier?
«Me lo auguro con tutto il cuore».
Se le urne non consegnassero, invece, la maggioranza a nessuno?
«Vedremo quale sarà lo scenario che si presenterà dopo il 4 marzo. Io sono fiducioso nelle capacità di Luigi e del Movimento di lavorare per il bene del Paese».
ritai