Il suo nome, nei mesi scorsi, è spesso circolato negli ambienti politici. Più di qualcuno la voleva candidata al ruolo di governatore. Ma Rossella Ferro, una delle imprenditrici più in vista della regione, ha detto ufficialmente no. In questa intervista di Primo Piano però accetta di parlare di politica, di come la politica dovrebbe essere interpretata dai protagonisti, e vissuta dai cittadini nelle loro scelte, perché sia di aiuto allo sviluppo di un territorio.
Rossella Ferro, cosa l’ha spinta a rifiutare gli inviti che da più parti le venivano rivolti a scendere in campo in prima persona?
«Ho ricevuto nell’ultimo periodo diverse proposte per candidarmi alla presidenza della Regione. Ho ringraziato per la fiducia e la stima ma non era assolutamente nei miei programmi la corsa alle regionali. Il lavoro impegnativo nell’azienda di famiglia, condiviso con mio fratello e i miei cugini, mi occupa totalmente ed in maniera appagante».
Enrico Colavita, ex presidente di Confindustria e proprietario dell’omonima azienda che ha portato il nome del Molise il tutto il mondo, è candidato al Senato. Qual è stata la sua reazione a questa notizia?
«La cosa mi ha fatto immensamente piacere perché ritengo che Enrico Colavita sia la persona giusta per portare i valori dell’impresa al centro dell’attenzione politica. Credo, infatti, che questo tema sia centrale per il futuro della nostra regione e di tutto il Paese. Colavita è un esempio di come un’impresa può crescere grazie alle proprie competenze e alle proprie risorse. Nella storia di un’impresa di successo, le radici sono fondamentali: ricordarsi da dove si è partiti e avere la voglia di guardare sempre avanti sono valori che dall’impresa possono trasferirsi alla politica e darle nuovo impulso.
Certo si è trattato di una scelta coraggiosa, in un momento difficile per la politica. Chi si candida deve scontrarsi con il diffondersi del populismo figlio del rancore e del disprezzo verso la politica. In una situazione del genere è difficile convincere la gente sulle necessità del Paese. Ma è proprio nei momenti più complessi che un imprenditore vero non si tira indietro e mette la propria faccia al servizio degli altri».
Questi valori di cui lei parla possono restituire senso e qualità all’azione politica per renderla più coerente ai bisogni della gente?
«Credo proprio di sì. Purtroppo negli ultimi anni abbiamo assistito ad una perdita di credibilità della politica, ingabbiata dalla logiche di partito e concentrata su se stessa, poco incline ad ascoltare le istanze provenienti dalle persone. Abbiamo l’occasione, il 4 marzo, di scegliere nuove figure che possano rilanciare il territorio con passione ed entusiasmo. Ritengo che il Molise oggi abbia bisogno di andare in questa direzione».
Colavita, già dai primi giorni di campagna elettorale ha parlato della digitalizzazione dell’impresa, della semplificazione burocratica, del costo della pubblica amministrazione, dell’importanza di dotarsi di un sistema scolastico e universitario di eccellenza. Tempi importanti per l’impresa. Lei ritiene che siano anche argomenti da “campagna elettorale”?
«Io penso che l’impresa sia centrale per il Paese e quindi che i temi dell’impresa siano fondamentali per l’Italia. Dietro questi argomenti che Colavita sta sviluppando in questi giorni, c’è tutto il tema dello sviluppo, della crescita dell’occupazione, della qualità dell’istruzione, della modernizzazione e della riduzione dei costi della politica. L’Italia – mi fa piacere ricordarlo – è il secondo Paese manifatturiero in Europa, dopo la Germania, e il Pil industria, cioè il reddito generato dalle imprese, ha un peso importantissimo nella ricchezza del Paese. Più impresa significa più lavoro, più occupazione, più risorse da redistribuire per la crescita del Paese. Dunque se Colavita punta sul tema dell’impresa sta guardando al futuro».
Colavita ha sostenuto la necessità di smantellare il sistema delle aziende partecipate dalla Regione. Qual è la sua opinione su questo argomento importante per il nostro territorio?
«Sono assolutamente d’accordo con lui. Questa è l’impostazione che ogni imprenditore abituato a stare sul mercato sposa in pieno. La partecipazione degli enti pubblici nelle attività d’impresa è distorsivo della concorrenza e dei valori fondativi dell’Europa, con l’aggravante che vengono sottratte risorse destinabili ad azioni politiche in favore della collettività. Per non parlare, poi, del sistema delle clientele generato dalla partecipazione pubblica nelle attività d’impresa. Un sistema che preclude il futuro dei giovani».
Quale messaggio Rossella Ferro sente di poter dare ai giovani del Molise?
«Riprendere a sognare, che è una prerogativa dell’essere giovani, abbandonando il senso di rancore e di disprezzo verso la cosa pubblica; recuperare i valori della responsabilità, del merito e del rischio, che sono poi i valori dell’impresa, seguendo gli esempi positivi di quanti hanno raggiunto risultati di tutto rispetto, partendo anche da una piccola regione come la nostra!».
ppm