Internet, social network, messaggistica istantanea: non sempre il mondo del web rappresenta uno ‘strumento del male’, utilizzato solo per gettare fango su altri utenti o per proiettare le proprie frustrazioni e manie di protagonismo.
È vero, purtroppo ancora oggi i “leoni da tastiera” utilizzano questi mezzi di comunicazione come ‘scudi’ dietro i quali nascondersi, per poi dare libero sfogo a concetti sbagliati e ad azioni che innescano inevitabilmente effetti a catena pericolosi. Basti pensare alle vittime di bullismo, razzismo, truffe ecc, che dall’altra parte dello schermo si sentono feriti nella dignità e nell’orgoglio.
Ultimo esempio di un modo assolutamente sbagliato di utilizzare i social è l’episodio avvenuto alcuni giorni fa al sindaco di Campobasso.
Antonio Battista, infatti, si è visto aggredito dai post di alcuni studenti solo per aver preso la decisione di riprendere le attività didattiche nel capoluogo dopo la scongiurata ‘emergenza neve’.
Ma, come per tante altre cose, anche per i social c’è il rovescio della medaglia: l’uso corretto di questo strumento infatti può addirittura salvare una vita.
È accaduto alcuni giorni fa ad una ragazza del capoluogo che è riuscita a salvare la vita di una giovane amica ‘virtuale’ che aveva annunciato il suo suicidio su Instagram.
L’episodio è avvenuto martedì scorso, poco dopo le 20. Nella Sala Operativa della Questura di via Tiberio è giunta la chiamata disperata di una giovane residente a Campobasso.
La ragazza ha riferito agli operatori che, in un momento di disperazione, una sua amica, conosciuta da circa due anni sui social network, aveva pubblicato su Instagram frasi che non lasciavano dubbi circa la chiara intenzione di volersi togliere la vita a causa di una relazione sentimentale interrotta da poco e di una situazione familiare poco serena.
La ragazza molisana più volte aveva cercato di contattare l’amica siciliana sul cellulare per dissuaderla dal gesto, non ottenendo risposta.
Nonostante le poche informazioni utili al rintraccio della ragazza siciliana (infatti la giovane campobassana era in grado di fornire solo il nickname di Facebook ed Instagram ed il numero di telefonino dell’amica sicula) gli agenti della Questura di Campobasso, sono riusciti a esperire opportuni e tempestivi accertamenti informatici, con la consultazione delle banche dati in uso alle forze di Polizia e ricerche su fonti aperte e social network, grazie alle quali sono riusciti a risalire alla vera identità della ragazza, studentessa universitaria a Catania, rintracciando la sua abitazione e dando tempestiva comunicazione alla Sala Operativa della Questura etnea.
Le Volanti, così, sono riuscite a raggiungere tempestivamente l’abitazione della giovane, nella quale gli agenti hanno fatto ingresso trovando la ragazza in evidente stato di shock, dovuto all’assunzione di una dose imprecisata di psicofarmaci.
Si è trattato di una questione di pochi attimi giacché la donna, che già accusava i primi sintomi di uno stato tossico conclamato, versava già in grave pericolo di vita.
Immediatamente trasportata in ospedale, la giovane è stata sottoposta alle cure del caso e definitivamente sottratta alla morte.
Si è trattato, di un esempio di corretto uso del social network, grazie al quale è stato possibile comunicare lo stato di grave pericolo di una donna che, altrimenti, non avrebbe avuto alcuno scampo, rimanendo da sottolineare la grande efficienza dimostrata dalle due Questure, capaci di coordinarsi a distanza per raggiungere un positivo risultato nella missione di soccorso venutasi a prospettare.

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