L’esito delle elezioni politiche di domenica scorsa nella nostra regione si caratterizza per tre aspetti: la caduta verticale (quasi fino a scomparire) del centrosinistra, la vittoria schiacciante del Movimento 5 Stelle e la sconfitta del centrodestra.
Il risultato del centrosinistra si commenta da solo. Una coalizione che in questi cinque anni ha governato il Paese e la nostra Regione, ha amministrato i principali enti locali e si presentava con tre parlamentari uscenti su quattro, ha conseguito percentuali che fanno capire che, di fatto, non è mai stata della partita.
È il punto di arrivo di cinque anni di governo fallimentare, non solo a livello nazionale, ma – per quel che ci tocca da vicino – anche a livello regionale.
In questo contesto, abbiamo assistito al consenso strabiliante al Movimento Cinque Stelle e alla sconfitta del centrodestra. Ed è proprio su questo che vorrei fare qualche riflessione.
Da amministratore locale, abituato a fare politica mettendoci la faccia con la gente e tra la gente, rimasto sempre nel centrodestra, anche quando – cinque anni fa – quasi tutti andarono via, oggi dico: non sottovalutiamo il risultato elettorale di domenica scorsa.
Ho sentito sminuire il consenso tributato al M5S, bollato come voto di rabbia e di protesta, destinato a durare poco. Non sono d’accordo. I cittadini, quando votano, esprimono sempre delle esigenze. Sta alla politica saperle cogliere, intercettare, rappresentare.
Se la gente è “arrabbiata” e per questo motivo vota M5S, non è per un mero fatto viscerale, ma perché la politica che negli ultimi tempi ha retto le istituzioni del nostro Paese e della nostra Regione evidentemente non ha saputo dare le giuste risposte alle esigenze della gente.
Dinanzi a questa situazione, un centrodestra che voglia tornare al governo, in primis – per quello che ci riguarda – della nostra Regione, non può limitarsi ad aspettare in maniera inerte che il fenomeno “sfiorisca”, provando nel frattempo a riproporre vecchie logiche e ragionamenti, ormai chiaramente superati.
Quegli schemi e quelle logiche politiche, che probabilmente in passato hanno anche dato molto alla nostra Regione, ormai sono vissuti come inadeguati dai cittadini. È un dato di fatto, rispetto al quale serve a poco interrogarsi.
E, allora, un centrodestra che volesse recuperare la fiducia dei cittadini, dovrebbe guardare avanti, e non indietro. Dovrebbe interrogarsi su quali sono quelle esigenze finora mortificate dalla politica, provare a farsene interprete per offrire ai cittadini una proposta di governo regionale credibile, capace di farsi carico dei problemi reali della gente, e non delle esigenze degli apparati politici passati e superati.
L’unità del centrodestra, a cui ho creduto sempre e, per quel che potevo, ho lavorato incessantemente in tutti questi anni, e che ora sembra ritrovata, non è un punto di arrivo fine a se stesso, tanto più se viene attuata con operazioni che rischiano di risultare una mera sommatoria elettorale caratterizzata da trasformismi e opportunismi, in una parola dai salti della quaglia e dal “pentitismo politico”.
L’esigenza elettorale di includere e allargare i confini della coalizione non può essere spinta al punto da annacquare l’essenza del centrodestra, di alternativa rispetto all’attuale governo regionale.
In questo senso, l’unità del centrodestra deve essere il mezzo per ridare dignità alla nostra Regione, con un governo regionale in grado di risolvere i problemi della nostra terra, che in questi anni sono rimasti insoluti al punto da provocare il terremoto elettorale di domenica scorsa.
Giovani, famiglie e anziani sono le priorità a cui lavorare.
I giovani, che devono essere messi nella condizione di restare a lavorare e, quindi, vivere nella terra in cui sono nati.
Le famiglie, che devono potere avere una esistenza dignitosa, con un posto di lavoro garantito (e non perso dall’oggi al domani a 50 anni, senza tutele e con figli a carico, magari universitari fuori sede) in una regione che sappia valorizzare uno sviluppo economico ecocompatibile.
Anziani, che, dopo una vita in cui hanno dato, possano ricevere dalla loro Regione assistenza e cure sanitarie adeguate, con le garanzie che vengono dal tessuto sociale di protezione familiare grazie a una sanità di prossimità.
Su questi temi il centrodestra può giocarsi la partita delle elezioni regionali,purché sappia ritrovare la giusta sintonia con le esigenze della gente, presentandosi con una proposta politica di buon governo credibile, che sia in grado di guardare i cittadini negli occhi con la massima coerenza, trasparenza e lealtà.

Alfredo Ricci

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.