Monta sempre più a Roccaravindola la protesta dei cittadini contro la decisione dell’amministrazione comunale di individuare Ripaspaccata quale sede per ospitare una ventina di immigrati.
Come scritto già nei giorni scorsi, il Comune di Montaquila ha infatti aderito allo Sprar indicando quali locali idonei ad accogliere gli extracomunitari quelli del Consorzio di bonifica della Piana di Venafro a servizio della diga. C’è un’intesa tra i due enti, che andrà formalizzata entro fine mese, pena perdita dei finanziamenti del progetto approvato dal ministero dell’Interno nell’ambito della procedura del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. In realtà, il Comune aveva presentato anche altri progetti, ma sono stati bocciati, con un solo contributo assegnato, di circa 700mila euro, per una ventina di ospiti. Con lo Sprar andranno gradualmente ad essere svuotati i centri temporanei. Dunque, i 60 immigrati già presenti in abitazioni e strutture private non verranno “rimpiazzati”: si andrà dunque ad esaurimento dei posti. Nel frattempo, però, partirà appunto il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Non sono chiari i termini dell’accordo tra Comune e Consorzio di bonifica per la concessione di un padiglione presso la diga di Ripaspaccata, se ci sarà il pagamento di un affitto da parte del Municipio oppure se i locali saranno ceduti in comodato gratuito. Fatto sta che, a parte la maggioranza, a nessuno piace l’indicazione di Ripaspaccata. Nemmeno all’assessore Michele Rossi oltre che alla minoranza e ai cittadini.
«È vera accoglienza ed integrazione questa? Confinare gli ospiti in una località distante dalle attività commerciali e dal “centro” e non servita da mezzi pubblici non ci sembra una buona idea per nessuno: né per gli immigrati né per noi residenti. Cosa faranno tutto il giorno lì così isolati?». Insomma i dubbi sono tanti e la popolazione sembra “preoccupata” e pronta alla mobilitazione. Purtroppo la cronaca nazionale riporta tanti brutti episodi, molti dei quali avvengono in località periferiche e, appunto, isolate. «Non è una questione di razzismo, di bianchi o di neri. È una questione di evitare potenziali situazioni di disagio per tutti. Giusto o sbagliato che sia, cosa diremo a chi avrà timore ad andare a Ripaspaccata in ore serali?». L’amministrazione comunale, come dichiarato a Primo Piano Molise dal sindaco Franco Rossi e dal vicesindaco Giovanni Perna, sembra aver assunto la decisione e continua a trattare con il Consorzio di bonifica della Piana di Venafro per la concessione dei locali. In realtà, mancano due settimane alla scadenza del termine (il Comune aveva chiesto una proroga proprio per via della mancanza di locali idonei secondo l’amministrazione). Quindi, ci sarebbero ancora 15 giorni per trovare una soluzione alternativa ed evitare lo “scontro”. Staremo a vedere cosa intenderà fare la giunta montaquilana. Se magari vorrà individuare un altro immobile di proprietà comunale come l’ex asilo o l’ex scuole.

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