Sembra quasi fatto apposta che certe cose accadano nel pieno della notte. Quando i pensieri riposano, quando nessuno se lo aspetta. Anche a L’Aquila, tre anni fa, accadde tra le tenebre. Doriana è originaria di un paesino dell’Alto Molise, ma vive a Cento con la sua famiglia. A soli quattro chilometri dall’epicentro del terremoto che ha sconvolto l’Emilia Romagna. “La prima scossa l’ho sentita intorno all’1 e un quarto della notte – racconta per telefono – mi sono svegliata di colpo. Me ne sono accorta subito che si trattava di terremoto. La nostra casa è antisismica e anche quando passa un Tir sulla strada si percepisce, ma stavolta si è trattato di un movimento diverso. Poi, intorno alle 4.05 il sussulto è stato fortissimo. Il letto ballava, le ante dell’armadio hanno cominciato a sbattere. Tutti gli armadi si muovevano. È stato spaventoso. Ho pensato subito a mia figlia, la paura più grande è stata per lei”. Momenti terribili, venti secondi (così hanno detto i sismologi) trascorsi come se fosse un’eternità, tra un’inconsistente incertezza. La paura. “Siamo usciti subito di casa – continua Doriana – io in camicia da notte e ciabatte, così come stavo dormendo. Per strada c’era molta gente spaventata. Dopo la scossa forte delle quattro ne abbiamo percepite almeno altre quindici, alcune più lievi. Siamo praticamente attaccati all’epicentro, tra Bologna, Modena e Ferrara. Intorno alle undici di stamattina siamo andati via, perché avevamo un impegno in un’altra città, ma ci hanno detto amici rimasti a Cento che intorno alle 15.30 c’è stata un’altra scossa fortissima. Stanotte dormiremo in macchina, non ci sentiamo sicuri per niente. Anche perché la situazione è imprevedibile”. A Sant’Agostino, a pochi chilometri da Cento, dove sono morti tre operai, due sotto le macerie della fabbrica delle Ceramiche, crollata completamente a causa del sisma, un altro, dato per disperso in mattinata, nella fonderia Tecopressa, dove stava lavorando, ci sono stati i danni più ingenti. L’immagine del municipio squarciato al cuore ha fatto il giro della penisola ed è a pochi passi dalla casa della giovane alto molisana. Scene raccapriccianti. “Stanotte parti di strutture, di edifici, sono cadute giù – spiega Doriana – qui intorno ci sono molte cascine e case rurali e sembra relativamente tranquillo ad un primo sguardo, ma i danni ci sono stati. Soprattutto a Sant’Agostino, Bondeno, Finale Emilia. Nell’area del capannone di Ceramiche si è aperta una strada e ci sono state fughe di gas. La zona è inagibile. Ci sono aree che sono state evacuate, persone che non possono rientrare in casa. Un amico per telefono ci ha raccontato che uscendo di casa con la macchina proprio nel momento in cui la terra ha tremato intorno alle 15.30 è andato a scontrarsi con un muretto, spinto dalla forza del terremoto. Sta succedendo di tutto”. Sensazione di impotenza.

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