Non si sa bene dove avverrà, la mattina di Pasqua. Il rientro incontrollato della stazione spaziale cinese Tiangong1 tiene col fiato sospeso l’Italia del Centrosud. Anche il Molise, che è fra le regioni (quelle a sud del 44° parallelo nord) considerate potenzialmente nella traiettoria di eventuali frammenti.
Sulla base degli ultimi dati forniti dalla Agenzia spaziale italiana durante l’incontro del tavolo tecnico che si è riunito ieri pomeriggio presso la sede del dipartimento nazionale della Protezione civile, al momento, non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio. La previsione di rientro sulla terra della stazione spaziale cinese Tiangong-1 è stimata per il 1 aprile alle ore 9.26 UTC (ora italiana 11.26), con una finestra di incertezza di circa 12 ore.
All’interno di questo arco temporale, le finestre di interesse per l’Italia, al momento riguardano il potenziale coinvolgimento delle regioni Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. La possibilità che uno o più frammenti della stazione spaziale Tiangong-1 possano cadere sul territorio italiano (terre emerse) corrisponde a una probabilità stimabile intorno allo 0,2%.
Le previsioni di rientro sono soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento della stazione spaziale stessa rispetto all’orientamento che assumerà nello spazio e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, nonché a quelli legati all’attività solare. Il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, in base agli aggiornamenti forniti dal tavolo tecnico riunito in seduta permanente, valuterà nelle prossime ore la convocazione del Comitato operativo nazionale, sia per analizzare gli scenari che per prendere le dovute decisioni in tempo reale.
Sulla base delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica, la Protezione civile ha diffuso indicazioni su come comportarsi. Intanto, è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che sono quindi più sicuri rispetto ai luoghi aperti.
Il consiglio, comunque, è di stare lontani dalle finestre e porte vetrate. I frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, provocando così anche pericolo per le persone. All’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti. È poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto. Alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all’impatto e contenere idrazina. Il consiglio a chiunque avvistasse un frammento è di segnalarlo alle autorità competenti, senza toccarlo e mantenendosi a un distanza di almeno 20 metri.
Informazioni ulteriori e aggiornamenti sono disponibili sul sito www.protezionecivile.gov.it.