Poche opportunità di lavoro, una popolazione sempre più anziana, carenza di infrastrutture e servizi: queste le principali cause che, ormai da anni, stanno determinando un progressivo spopolamento dei centri della provincia di Isernia. Ma cosa accadrà in futuro? Quanti paesi sono destinati a scomparire dalla cartina geografica? Se lo sono chiesto Ludovico Frate, Marialaura Imbriaco e Antonio Petrocelli del team Rionero 2020. A pochi giorni dalla presentazione del masterplan programmatico, i tecnici si sono riuniti per implementare i dati demografici dell’area compresa tra Castel di Sangro, le Mainarde e l’Alto Molise nel webgeodatabase che stanno realizzando. La criticità dei valori riscontrati li ha spinti a creare una infografica che vuole contribuire a dare una misura dello spopolamento, illustrando una serie di dati demografici forniti dall’Istat per 31 comuni dell’area Alto Molise-Mainarde.
I comuni analizzati, nella maggior parte dei casi non superano i mille abitanti, quelli più popolati sono Agnone (5105 abitanti), Montaquila (2455 abitanti) e Fornelli (1911 abitanti) mentre quelli con minore popolazione sono Castelverrino (107 abitanti), Chiauci (226 abitanti), Pescopennatro (274 abitanti) e Pizzone (322 abitanti).
«Osservando le variazioni della popolazione dal 1991 al 2017 – evidenziano i tecnici – si nota un forte calo nell’intera area di studio. Si rilevano percentuali di perdita molto alte nei comuni di Scapoli, Chiauci, Pietrabbondante, Poggio Sannita, Casteverrino, Pescopennataro, San Pietro Avellana e Capracotta con un calo di popolazione compreso tra il 30% e il 45%. Un calo minore ma comunque importante, compreso tra il 15% e il 30%, interessa specificatamente i comuni di: Vastogirardi, Montenero Val Cocchiara, Cerro al Volturno, Filignano, Acquaviva d’Isernia, Forlì del Sannio, Pescolanciano, Carovilli, Belmonte, Agnone, Sant’Angelo del Pesco, Castel del Giudice. Un calo di popolazione meno marcato riguarda invece: Castel San Vincenzo, Colli a Volturno, Montaquila, Miranda, Civitanova del Sannio e Rionero Sannitico con una diminuzione che non supera il 15%. L’unico comune che mostra un trend positivo è Fonelli».
Dallo studio emerge che ad accompagnare lo spopolamento di questi comuni è in primo luogo l’incidenza della popolazione anziana rispetto a quella giovane, l’indice di vecchiaia (che esprime la quota di anziani di età oltre i 65 anni che è presente per ogni 100 residenti di età fino a 14 anni) infatti mostra valori molto alti in tutta l’area, prevalentemente compresi tra il 200% e il 600%.
Per ogni comune inoltre, a partire dai dati demografici dal 1971 ad oggi e attraverso il metodo di stima della regressione lineare, i tecnici si sono spinti fino definire l’anno in cui si prevede la scomparsa dei comuni per assenza di popolazione. Si tratta ovviamente di una semplificazione che tiene conto solo del calo demografico e non di potenziali fattori che possono fronteggiare queste dinamiche, come ad esempio le politiche di sviluppo locale attuate a Castel del Giudice o di iniziative per l’ integrazione dei migranti che potrebbero contribuire a rivitalizzare queste aree.
«Vogliamo – hanno evidenziato i tecnici – che si prenda una coscienza reale del problema, crediamo fortemente che il futuro sia favorevole a queste aree e sta a tutti noi, amministratori e cittadini, avviare idee, progetti, iniziative in grado di cogliere i cambiamenti sociali, economici e politici che stanno interessando le aree interne del Paese».