Ci aveva visto lungo l’associazione Malatesta quando ha voluto tra i protagonisti dell’edizione 2017 del festival di street art, “Draw the line”, un artista del calibro di Macs.
Il murale a firma del 39enne di Lanciano, Antonello Piccinino, ha conquistato infatti il settimo posto (su 55 ndr) nella classifica del magazine Widewalls come “The most beautiful murals of 2017”.
L’opera dal titolo “It’s not a game” che campeggia sulla palazzina in via Marche, nel quartiere San Giovanni, a Campobasso, è stata definita dagli esperti del settore «una delle gemme di street art». Il suo lavoro ritrae quattro leader mondiali Vladimir Putin, Kim Jong-un, Donald Trump e un militante dell’Isis, alle prese con una partita a Risiko dove, però, a farne le spese è il mondo intero perché, come spiegava l’artista, «nel gioco della guerra siamo tutti perdenti». Un messaggio di forte impatto dunque e di grande attualità che però è volutamente rappresentato dall’artista in maniera ‘giocosa’ così come vuole il suo stile.
La notizia nei giorni scorsi è immediatamente rimbalzata sui principali social network. Una bella pubblicità dunque anche per il capoluogo e per l’intera regione. Eppure, all’epoca della sua realizzazione, il disegno di Macs aveva ricevuto non poche critiche da parte di alcuni cittadini che l’avevano definito “irritante”.
Lo stesso artista, al termine del suo lavoro, commentava così la sua esperienza in città a Primo Piano Molise: «L’accoglienza nel quartiere è stata unica. I condomini di via Marche ci hanno trattato benissimo viziandoci con complimenti, caffè e ciambelle. Solo una signora un giorno mi ha detto di non apprezzare il disegno che avevo dipinto perché l’angosciava, o meglio le “smuoveva la coscienza”. Ma è proprio questo il nostro intento: cercare attraverso l’arte di lanciare un messaggio anche ai più piccoli sulle realtà del mondo».
Molti invece i molisani che in quell’opera ci hanno visto il grande talento dell’artista che, ricordiamo, ha riprodotto il murale in pochi giorni, su un’intera parete di una palazzina di 4 piani, solo con l’ausilio di un elevatore.
Chi l’ha criticata dunque dovrà ricredersi. Dovrebbe anzi ringraziare l’artista per aver regalato alla città un vero e proprio capolavoro riconosciuto a livello mondiale.
SL

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