Presidente del Consiglio, sì. Leader del centrodestra non è un suo obiettivo. «I miei avversari sono altrove». Non è un suo obiettivo ma Matteo Salvini sa che prima o poi accadrà. O meglio, che la sua ascesa che ha coinciso con la trasformazione della Lega in un partito nazionale ha posto un’ipoteca seria sulla guida della coalizione.
Ospite dello speciale Conto alla rovescia dedicato alle regionali di domenica, in onda ieri sera su Teleregione, Salvini ha risposto a Silvio Berlusconi. A quel video della cena elettorale a Campobasso – più audio che video perché il Cavaliere non è a favore della fotocamera dello smartphone che ha ripreso – in cui l’ex premier avverte gli azzurri del pericolo: se qui vince la Lega sarà più facile avere un governo Salvini Di Maio e allora fuggiranno le imprese, i capitali, i fondi di investimento… insomma un disastro. Alleati ma al veleno.
Salvini ascolta, già conosceva il video pubblicato dal Corriere online.
E dice: «O ha sbagliato o ha sbagliato! Anche perché era qua in Molise, dove c’è una squadra unita, che punta a dare finalmente a questa regione le risposte che la sinistra negli ultimi cinque anni non ha dato.
La Lega governa Comuni e Regioni dove le aziende vengono a investire – perché la sanità funziona, le strade funzionano, le scuole funzionano – quindi… O era tardi, però a me non interessa polemizzare. Mi interessa la sostanza. Mi interesserebbe riuscire ad andare al governo nei prossimi giorni per mantenere tutti gli impegni presi – cancellare la legge Fornero, ridurre le tasse, espellere i clandestini – e mi piacerebbe vincere in Molise il 22 aprile. Ma non per mia ambizione personale, perché sto conoscendo una terra orgogliosa che non chiede assistenza. Non ho trovato uno in questi giorni in Molise che mi ha detto: dammi il reddito per stare a casa, voglio dei soldi per guardare la televisione. No. Qui c’è gente che vuole lavorare, vuole lavorare pagando meno tasse e avendo delle strade: la prima cosa che chiederò al governatore Toma sarà di sistemare le strade del Molise perché siamo veramente ridotti male».
Lo chiama «balletto», quello fra Di Maio e Berlusconi, Di Battista e Berlusconi. Conta «sul presidente Mattarella perché lasci che chi ha vinto le elezioni governi», vale a dire il centrodestra.
Se vinciamo in Molise, subito facciamo il governo: lo ha detto più volte negli incontri che ha avuto in giornata. Perché – spiega dagli studi di Teleregione – «già il voto degli italiani è stato chiaro il 4 marzo, in Molise e in tutta Italia: il centrodestra è la coalizione che ha vinto, secondi i 5 Stelli, terzi, lontani, il Pd e la sinistra.
Da soli non abbiamo i numeri per governare, io ho sempre detto dall’inizio: i primi e i secondi si mettano d’accordo sulle cose da fare e facciamole. Epperò Di Maio dice: o faccio io il presidente del Consiglio o non se ne fa niente. E allora Berlusconi dice: no, se c’è Di Maio no. Allora Di Maio: però io non voglio Forza Italia… Non ne usciamo più». Il balletto. Non sospetta che il balletto potrebbe logorare lui, il leader in ascesa del centrodestra ? «Non sono così maligno…». E si dice convinto che un bel risultato della Lega in Molise e in Friuli il 29 aprile «darà una bella mano a far nascere il governo».
Attestato di stima per il Molise, regione del Meridione che il giovane Salvini, nella Lega che fu, attaccava parecchio. «Io ho sempre attaccato la politica e gli sprechi del Sud – risponde alla domanda su cosa sia cambiato da allora – e la rassegnazione di qualcuno. Anche perché poi Milano è Puglia, è Sicilia, è Sardegna, è Molise.
Il problema non è dove nasci ma che persona sei. Sicuramente quando presi la tessera della Lega anni fa mai avrei pensato di essere accolto a Isernia, a Termoli e a Campobasso e di essere una speranza per tanta gente. Ho cambiato la Lega. Ho cambiato la Lega perché in questo momento e per i prossimi anni o vinciamo tutti insieme o perdiamo tutti insieme».
Salvini torna giovedì per la chiusura della campagna elettorale: ad Agnone, dove rischierà di incrociare Di Battista, e a Isernia.
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