Un bando per evitare di assumere ed ‘utilizzare’ famacisti a costo zero.
Queste, in sostanze le accuse mosse dal Movimento nazionale liberi farmacisti in merito al bando pubblicato dal Comune di Campobasso. ma a spegnere le polemiche ci pensa l’assessore alla Finanze Massimo Sabusco che in una nota fa chiarezza sulla procedura adottata da Palazzo San Giorgio: «Il bando pubblico per la selezione di due laureati in Farmacia o CTF per tirocini extracurriculari da svolgersi presso le farmacie comunali è stato indetto in esecuzione della delibera di Giunta Comunale n°79 del 17/04/18, nella quale si trovano le motivazioni della scelta, ovvero “..favorire l’arricchimento del bagaglio di conoscenze e l’acquisizione di competenze professionali, nonché agevolare l’occupabilità dei giovani nel percorso di transizione tra scuola e lavoro”.
Insomma, una opportunità per giovani neo-laureati che potranno acquisire esperienze dirette sul campo arricchendo il proprio curriculum professionale e non una opportunità per il Comune di fronteggiare la carenza di personale.
È noto, infatti, che a seguito della conclusione di un concorso pubblico indetto recentemente, da aprile ultimo scorso risultano assunti “full time” tre funzionari farmacisti che si aggiungono agli altre tre farmacisti già in organico. Infine, è da evidenziare che per consentire la realizzazione dei predetti tirocini il Comune, credendo nell’iniziativa, ha impegnato proprie risorse (e non risorse regionali), sia per il pagamento dell’indennità di partecipazione per un importo complessivo pari ad 6.000 euro in favore dei due tirocinanti sia per le spese di assicurazione Inail e Rct».
Ma il bando solleva ancora polemiche e c’è chi scrive al sindaco
Ma sul “bando-escamotage” pubblicato da Palazzo San Giorgio per la selezione di due farmacisti laureati e non abilitati a costo zero, ha deciso di far sentire la propria voce anche chi, proprio per mancanza di lavoro in regione, si è visto costretto ad emigrare per dare un senso al proprio percorso di studi, alla ricerca di un futuro certo fatto di stabilità e meritocrazia. Farmacisti come Danilo Iacobucci, 33enne di Campobasso, laureato in Farmacia e Farmacia industriale presso l’Università di Camerino ed ex presidente e tesoriere del Rotaract di Campobasso. Il dottor Iacobucci da circa due mesi si è trasferito in Germania, lontano dalla sua città, dalla sua amata regione, lasciando qui i suoi affetti, solo perché nel luogo in cui è nato, cresciuto e vissuto non vedeva alcuna prospettiva per il futuro, seppur con un pezzo di carta importante tra le mani.
Ha deciso così, dopo la protesta sollevata dai suoi colleghi, di scrivere un post sulla pagina del primo cittadino di Campobasso, Antonio Battista:
«Sindaco, voglio porgere alla sua attenzione questo bando rivolto a farmacisti laureati e non abilitati. A mio avviso, questi danneggia i professionisti che si affacciano sul mercato del lavoro inculcando l’idea che ritardare l’abilitazione può essere un’alternativa valida. Voglio rendere noto che lo studente farmacista, durante il suo durissimo corso di studi, è obbligato a fare un tirocinio non retribuito della durata di 9 mesi. Questo vuol dire che chi si laurea in farmacia non ha bisogno di ulteriori periodi formativi visto che la legge è molto chiara a riguardo (conferenza Stato Regioni 25 maggio 2017). Capisco che cercare manovalanza a basso costo e con poca ambizione è un punto fermo nella politica del lavoro italiana ma non è questa la strada da intraprendere per ridare dignità ad una professione che continuamente umilia i figli di nessuno. Mi meraviglio che in un periodo così critico per la società italiana e molisana, che sempre meno guarda alla crescita lavorativa e del benessere delle persone, si persegua su questo percorso. Le scrivo a fronte di una durissima decisione che ho preso un mese e mezzo fa, cioè quella di abbandonare il luogo in cui sono cresciuto e venire a lavorare in Germania dove, per equiparare il mio titolo, devo fare un lungo percorso. Sempre più si ricorre a queste forme di “assunzione” che non assicurano affatto il futuro di noi giovani e invogliare qualcuno a ritardare l’abilitazione alla professione è solo un velo per non ammettere la difficoltà nel collocare chi, come me, ha scelto di fare il farmacista.
Cordiali saluti e buon lavoro».