È stata la scommessa dell’amministrazione Frattura. Può rappresentare un asset importante per il successore Donato Toma e il suo governo. Perché la filiera avicola regionale continua ad essere attrattiva.
Da qualche mese, infatti, sono tornate a circolare voci di diversi e rinnovati interessi. Non solo Amadori che ha acquistato i beni della ex Arena ed è ora chiamato a realizzare l’investimento su cui l’azienda di Cesena si è impegnata nell’accordo siglato al Mise a fine febbraio 2017. Nelle ultime settimane circola l’indiscrezione che anche Aia, il primo produttore di carni avicole in Italia, avrebbe rivisto la decisione di costruire un incubatoio in Campania (fino all’arrivo di Amadori utilizzava quello Gam in conto terzi) per metterlo su invece proprio in Molise. Più vicino ai tanti allevamenti di ovaiole che ha su questo territorio.
Infine, neanche gli avversari di Amadori nella battaglia economica e legale combattuta per aggiudicarsi i beni della ex Arena, avrebbero rinunciato all’idea di riportare a casa il marchio della ‘casetta rossa’.
Conferma una di queste indiscrezioni il presidente di Confcooperative Domenico Calleo. Non solo la Sagem, che con la sua controllata Dasco si aggiudicò nel 2016 i marchi Arena prima di partecipare all’affitto e poi alla vendita dei beni di Bojano, non ha rinunciato all’idea di investire in Molise. Ma ha anche presentato un progetto che risulta fra i dieci attualmente finanziabili dal bando nazionale sui contratti di filiera. «Si tratta – spiega Calleo – di una iniziativa finalizzata a creare una filiera lattiero-casearia in Abruzzo e una avicola con la realizzazione di un macello in Molise. E questo ci darà l’occasione, quindi, di utilizzare di nuovo il marchio Arena».
Dopo l’aggiudicazione di incubatoio, macello e centri di allevamento ad Amadori, l’azienda di Roseto degli Abruzzi lasciò strada al gruppo di Cesena. Né ricorsi né ulteriori rilanci, ritenendo chiusa la vicenda di Bojano.
Ma non accantonò evidentemente l’idea di mettere a frutto un marchio che è stato uno dei più importanti del settore per decenni e al contempo crescere e produrre polli nei luoghi che hanno la migliore vocazione per farlo.
Il progetto di cui Calleo rende noto un aspetto significativo – è fra quelli finanziabili dal ministero dell’Agricoltura – è a suo parere un elemento di «speranza per quei lavoratori che da anni attendono risposte concrete.
Credo – rivendica poi – che Confcooperative stia dimostrando tutto l’interesse a valorizzare questo settore». Infine un appello alla politica regionale. «Ci sono imprese pronte a investire con proprie risorse sul nostro territorio. È importante che la classe dirigente che ci governa si faccia carico di questa grande occasione. Un confronto proficuo con loro credo sia nell’interesse di tutto il Molise».
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